L'otto è da sempre un giorno che testimonia una lotta, vicina o lontana nel tempo. Ovunque e per varie ragioni, c'è stata e c'è ancora una donna qualsiasi che crede nei propri diritti e nel proprio valore, consapevole della propria forza come della propria fragilità. È una ricorrenza che un giorno soltanto non completa tutto il suo significato. Esso si fa pertanto largo tra tutti gli altri, calendario dopo calendario, per durare. L'otto, che simbolicamente si veste di mimosa, diventa così segno di infinito lottare, di generazione in generazione. Come il fiore, anche l'otto delle donne cresce spontaneamente e naturalmente in ogni luogo del mondo.
Dove c'è una donna che lotta spesso c’è di più
L'otto da sempre per tanti diritti umani. Per essere uguale. Per essere diversa. Per essere libera.
L'otto da sempre, sussurra la donna assassinata con le mani e coi coltelli, nelle case e nei giardini, lungo le strade e dentro le auto, senza trovare scampo alla furia. L'otto per difendermi dalle percosse e dal mio sangue, come prima mi difendevo dalle parole che feriscono e uccidono.
Ero una donna che ha tanto lottato anche prima, non pensavo di essere la prossima nella lista delle femmine uccise per la colpa di essere nata donna e di non essermi piegata. C'ho provato a non fare la stessa fine delle altre, ho denunciato alla polizia e non mi hanno creduta, sono scappata per liberarmi di una relazione malata e ho cercato di trovare rifugio e amore altrove.
Ho perso ma ho lottato fino all'ultimo respiro. Non era questa la vita che avrei voluto per me . Ora non l'otto più. Fate rumore per me, non silenzio. Cantate il canto delle donne.
L'otto da sempre per le altre a cui è capitato, ad ogni età anche quando donna ancora non si è. Poi è toccato anche a me , dice la donna violentata con l'abuso e l'inganno. Era un amico. Era uno sconosciuto. Erano in tanti. Ho lottato per difendere la mia virtù e la mia dignità, l'intimità. Era per strada, dietro ad un muretto. Mi hanno lasciata su un marciapiedi.
È stato in una camera di un lussuoso appartamento in centro, mi sono svegliata stordita che uno si stava vestendo e un altro mi era adagiato ancora accanto. Era sulla spiaggia, non ricordo nemmeno come ci sono finita sulla sabbia, abbandonata e stracciata come un’alga di mare. Era nei gabinetti abbandonati, tra l'urina e il sudore del branco.
Era in un ritiro sportivo, con i miei sogni di gloria venivo da lontano, ora non sogno più. Sono italiana. Sono straniera. L'otto da sempre per portare quella violenza in giudizio, che io non ho colpa. La vendetta scivola, la giustizia fa il suo corso, l'umiliazione resta. L'otto per cercare di sentirmi di nuovo pulita. Per ridarmi l'onore perduto. Per tornare ad amarmi. A fidarmi.
L'otto da sempre, mormora la donna picchiata in casa , che tiene nascosti sberle e lividi per vergogna o per paura di prenderne di più. Me ne sto ancora qui, per proteggere i figli e per farli diventare grandi. Resto perché non so come e dove andarmene, che non ho nessuno e non ho soldi miei.
L'otto da sempre, sbotta la donna lavoratrice aggredita sul posto di lavoro. Sono un'infermiera di Pronto soccorso, ho preso spintoni e pugni , anche sputi. Male parole ed estintori in faccia da persone che hanno bisogno di cure ma non hanno più pazienza e creanza. L'otto per farmi rispettare, in tutte le mie declinazioni e in ogni contesto. L'otto per guadagnare tanto quanto un uomo , o anche di più, nonostante io sia di un genere diverso.
L'otto da sempre, dice la donna che vuole essere madre accanto ad un'altra madre. Voglio soltanto amare. L'otto da sempre per non volere un figlio, è un diritto anche dire no. L'otto da sempre per tanti diritti umani. Per essere uguale. Per essere diversa. Per essere libera. Per essere conforme, come sono tutte le altre. E per essere anticonformista, una strega moderna .
Per essere scoperta e coperta. Per studiare e per lavorare. Come un uomo, meglio di un uomo. Per rompere tetti di cristallo e per scegliere di essere felice nel focolaio di casa. Per fare carriera e per non averne nessuna. Per sposare chi voglio e per non sposarmi giammai. Per essere pagata bene, almeno il giusto.
Per avere un lavoro che mi dia dignità e se non ce l'ho l'otto di non venire disprezzata per quello che faccio. Per essere bella e anche di andare a testa alta se non sono come mi vogliono i canoni e le mode. L'otto per votare e per governare. Per dire di sì e di no. Per dire basta e ancora. L'otto da sempre, che io sia famosa o sconosciuta, una tra miliardi o una tra poche.
L'otto da sempre, dice quel che pensa la madre russa nella neve del Circolo Polare Artico. L'otto per farmi ridare indietro il corpo di mio figlio. L'otto perché me lo hanno tolto da vivo e anche da morto. Me lo nascondono. L'otto andando dalla prigione all'obitorio e viceversa, per giorni.
L'otto con le lacrime asciutte, contro il sistema, il tiranno, lo Stato. L'otto per seppellirlo e dargli onore. L'otto come solo una donna diventata madre sa come si fa. L'otto da sempre, anche dall'esilio. dichiara davanti ai potenti una donna vedova. L'otto per continuare la battaglia di mio marito. L'otto in fila insieme a migliaia che sono qui per il funerale di quest’uomo.
L'otto dalla chiesa al camposanto, con un fiore rosso in mano, da portare alla sua tomba. E grido il suo nome e libertà, sfidando polizia ed autorità. L'otto e non taccio, che non sopporto più questo orrore. L'otto anche adesso che sono vecchia e non ho paura se mi vengono a prendere e mi bastonano, dice una donna anziana a Mosca davanti al monumento degli eroi e dei caduti.
L'otto da sempre, grida stremata la migrante che attraversa il Mediterraneo d'inverno a bordo di un barcone. Lotto per non tornare indietro, per non andare a fondo, per andare da qualsiasi parte basta che sia avanti e fuori da queste acque. L'otto da sempre, anche prima della guerra, urla la donna palestinese che cerca pane e acqua per il suo bambino dopo mesi di assedio.
L'otto per non impazzire di dolore, dice un'altra donna con un fagottino bianco, il sudario è stretto ai margini da due spaghi come si legano le caramelle. L'otto anche io per avere il mio a casa, le urla di rimando una donna ebrea che si aggrappa alla gigantografia che si tiene sul petto. Io l'otto per il mio mandato al fronte coma carne da macello, implora la donna di San Pietroburgo che protesta per rivolerlo con sé. L'otto con le armi in pugno, per difendere la patria e la mia famiglia, comanda la soldatessa ucraina.
L'otto da sempre contro malattie e morte, sono qui a Gaza per salvare e non per essere impotente. Piange la dottoressa a Gaza. Io sono sul campo di battaglia, tra le trincee, e nell'ospedale da campo dopo l'evacuazione dei feriti. L'otto da oltre due anni, qui in Ucraina ad un tiro di schioppo da te.
L'otto per far vivere e per far morire, non troppo male. È questo che fanno le donne che indossano camici bianchi e casacche colorate, lottano in qualsiasi condizione dentro e fuori gli ospedali, quelli rimasti in piedi e quelli crollati sotto le bombe.
Io l'otto contro la mia malattia , da così tanto tempo che mi sembra sia da sempre. L'otto per muovermi, per fermare i movimenti involontari e per non smarrirmi. L'otto ogni momento per ricordare la donna che ero. Per salvare il mio seno, io per avere un cuore nuovo. L'otto per un appuntamento nelle liste d'attesa e un posto buono per farmi curare.
L'otto per arrivare a fine mese ed avere i soldi per le medicine. L'otto per invecchiare con dignità, senza finire i miei giorni da sola. L'otto anche per morire, quando lo decido e come lo voglio. L'otto per l'autodeterminazione, senza dover andare a chiederla Oltralpe.
Lottare significa impegnare tutte le proprie forze e risorse, fisiche ed intellettive, in un combattimento reale o in uno scontro ideale per difendersi da atti ed eventi, non farsi dominare da qualcosa o qualcuno, per superare ostacoli ed avversità, per non lasciarsi abbattere.
Si lotta per sé e per gli altri e per entrambi. Dove c'è una lotta c'è sentimento. Dove c'è una donna che lotta spesso c’è di più. Tuttavia, serve ancora oggi una forza maggiore, a volte anche più tempo, perché essa possa uscire vittoriosa dallo scontro. Spesso, quando capita, è perché una donna ne ha avuta accanto a sé, prima o dopo, un’altra. Che ci credeva, che ci è già passata, che ha dato la vita.
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