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Editoriale

È davvero colpa degli “altri” se muore la professione?

di Ferdinando Iacuaniello

La storia la scrivono i fatti. E un fatto – forse “il” fatto - per la professione infermieristica è che la politica non ha mai avuto lo stimolo giusto per darle congruo riconoscimento. Facile parlare di mancato interesse, di scarsa voglia, dell’ingordigia di politicanti miopi e pure sordi da un certo orecchio. Questo non è altro che l’eterno ritorno dell’identico. Il punto è che se in politica si vuole contare bisogna sapersi comunicare. Ed è qui che siamo ancora traballanti.

Perché la lettera Fnopi a firma “infermieri italiani” non è di tutti

Anacronistica. La lettera che la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) ha indirizzato a Governo, Parlamento, istituzioni e Regioni arriva fuori tempo massimo e veicola contenuti “di pancia” che vanno esattamente in direzione contraria alle intenzioni. Se è la dignità della professione che si vuole difendere, non è scrivendone l’epicedio che si fa.

I giochi sono fatti: la legge di bilancio è andata (per l’ennesima volta), il rinnovo del contratto non ha margini di miglioramento (almeno per la parte economica), la politica è distratta da altro. Cosa resta? Promesse e pacche sulle spalle. Esattamente ciò di cui rimbrottiamo al netto de la misura è colma più o meno da 15 anni, perché è più o meno da 15 anni che, in soldoni, è questo che portiamo a casa se escludiamo qualche lampo di luce qui e là.

Ecco perché non avevamo bisogno dell’ennesima lettera che inizia evidenziando qualcosa che non si è per colpa di chissà chi. Primo, perché se l’arte di vincere la si impara nelle sconfitte gli infermieri dovrebbero essere un’armata ormai invincibile. Secondo, perché scaricare su terzi le cause dei propri fallimenti stride con abnegazione, deontologia, sacrificio, tutela, vicinanza, competenza di cui ci facciamo scudo. Terzo, perché se si indirizza una lettera che inizia con la storia la scrivono i vincitori a quelli che siedono nella stanza dei bottoni è certo che questi non andranno oltre la prima riga. La loro attenzione è già persa, gli si sta dicendo qualcosa che sanno già. Quarto? La firma.

Si è perso il conto delle piazze e degli scioperi che abbiamo raccontato in questi anni. Che cosa si è ottenuto in quelle piazze dove hanno fatto la passerella tutti i politici? Solo promesse. Il routinario bolo di sedativo che non ha fatto altro che allungare la sofferenza professionale e logorare lo stato di salute di un SSN già al collasso.

Ecco perché leggendo la firma – gli infermieri italiani (qualche malpensante potrebbe perfino vederci del velato razzismo) – sembra di non riconoscerne i firmatari. Sì, perché gli infermieri operanti in Italia hanno perso la speranza molto prima dell’avvento di Covid-19. La dignità degli infermieri, in Italia, è calpestata da molto prima della pandemia. Gli infermieri “vivono” in continua mediazione (o sedazione) di questo o quell’altro ente o sindacato da decenni.

La situazione attuale è colpa di una mediazione che in realtà non è mai esistita e non è mai stata conveniente per la categoria, con il tacito consenso di tutti. L'ho già detto e lo ripeto: manca il dibattito, mancano confronto e contraddittorio interni alla professione. Il silenzio renderà tutti colpevoli.

È vero che peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla, ma siamo sinceri: la consapevolezza di aver raggiunto il fondo è consolidata da tempo. Davvero vogliamo farci notare scrivendo un basta pacche sulle spalle, quando la strategia comunicativa intrapresa, invece, invita a riservarci proprio questo? Perché il rimbalzare sui social di un hashtag – l’ennesimo, oltretutto – può essere un tentativo di leccarsi le ferite a vicenda, ma non deve essere la via di affrancamento professionale.

Una lettera che – oggi, nel 2022 – riversa ancora su “altri” la colpa di un mancato riconoscimento professionale, un aut aut che “minaccia” ancora una volta una risposta unitaria (quando è lampante che non v’è cosa più complessa che tenere uniti gli infermieri) da collocarsi non si sa bene quando e dove nello spazio-tempo, non porta il nome di tutti. Non il mio, almeno.

Perché se nel rivolgersi alle Istituzioni si sceglie ancora una volta di giocare la carta degli infermieri che, ancora in prima linea, soffrendo, continuano a tenere in piedi il sistema salute, anche se in balìa di attacchi e violenze (…), allora non è poi così vero che non vogliamo sentirci chiamare “eroi” con un buffetto sulle guance. E il rischio è che quel poco che abbiamo ora tra le mani sia proprio quello che ci meritiamo.

Sono decenni che 456mila infermieri chiedono conto di tutto ciò che non è stato fatto. Se dalla politica si vuole essere ascoltati, bisogna sapersi comunicare. E bisogna saper leggere i tempi. Questo è il tempo di puntare i piedi, non di piangersi addosso. Non più.

Direttore Responsabile
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Commenti (3)

cogi1967

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13 commenti

Magari

#3

Le istituzioni sono state chiare.
Sopperire alla carenza reclutando infermieri all'estero, cosí facendo, lasciare bassi i compensi.

MaxGen76

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59 commenti

Nulla da eccepire!

#2

Sono d’accordo con te direttore! Ma sono convinto che non è mai troppo tardi…al di là del PNRR!!! Quando iniziai 15 anni fa, non c’era la coscienza e conoscenza di oggi, c’era una fase di transizione tra diplomati e laureati in scienze infermieristiche con scaramucce sterili interne! Oggi grazie ai social, allo stesso Nurse24.it, non si può più far finta di non sapere, ognuno di noi può cambiare le sorti di una professione ormai allo sbando qui in Italia, ma apprezzata e VALORIZZATA all’estero! Per una volta tutti assieme proviamo a vedere chi sta meglio di noi! Molto spesso ci sentiamo dire missionari vocazionisti ecc ecc, questi appellativi appartengono al clero! Noi siamo PROFESSIONISTI che ci PRENDIAMO CURA delle persone attraverso le nostre DIAGNOSI, alla stregua dei medici che CURANO attraverso le loro diagnosi!!! Per tornare alla parte economico-politica, si fa presto a dire guadagno LORDO…ma poi ti devi scontrare con la realtà delle TASSE PIÙ ALTE DELL’UNIVERSO conosciuto…!!! Andando a percepire al NETTO una cifra che farebbe impallidire anche un manovale (con tutto rispetto per lui che percepisce 80-120€ al giorno dal lun-ven…sab (mezza giornata)! Perché manovalanza? Semplice perché inquadrabili come QUADRI, per legge dovremmo effettuare un lavoro meramente INTELLETTUALE, di fatto ci vede fare spesso e volentieri lavori al 90% di non pertinenza, appunto di manovalanza, demansionati all’ennesima potenza!
Quindi cosa fare? A mio modesto parere basterebbe che ognuno di noi parlasse con il proprio SINDACALISTA e proporgli un ultimatum, ovvero far muovere il sedere a questi poltroni servi del potere ed ormai non più credibili (basti pensare che dopo 14 anni di attesa del rinnovo contrattuale privato, hanno eliminato gli arretrati e hanno visto aumentare di fatto uno stipendio paragonabile a 30 anni fa, di appena 123€ netti!!!!! VERGOGNA!!!), ed OBBLIGARLI TUTTI, ASSIEME alla FNOPI, AD APRIRE UN TAVOLO DI TRATTATIVE SERIO, previa cancellazione dal sindacato!

ETHIUS

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1 commenti

MEA CULPA

#1

Non sarebbe il caso che il mondo infermieristico nel quale ho vissuto con orgoglio per oltre quarant'anni facesse un mea culpa una buona volta ? In tanti anni di carriera assistenziale e formativa e di partecipazione attiva ad ogni forma di iniziative che potessero far migliorare la nostra professione dal punto di vista professionale ed economico, mi sono arreso. Mi sono arreso solo alla fine è vero ma per me è stata comunque una sconfitta , una sconfitta che è maturata giorno per giorno , quando mi sono reso conto che i primi antagonisti degli Infermieri eravamo noi stessi, troppe divisioni, troppi orticelli da coltivare, sindacati e sindacalisti che hanno approfittato della nostra confusione e che hanno tirato l'acqua al proprio mulino. Ricordo che a fine anni settanta i medici dl mio reparto erano avvelenati con noi Infermieri quando andavano a riscuotere lo stipendio perchè vedevano che i nostri stipendi erano di poco inferiori. Loro però, i Medici, non sono stati a litigare tra di loro come abbiamo sempre fatto noi, ma si sono detti solo una cosa "qui dobbiamo essere uniti ..." e coì hanno fatto mentre noi seguitavamo e seguitiamo a litigare. Sapete tutti come è finita...lo stipendio del Medico è il doppio ed a volte anche più rispetto al nostro. Traete voi le conclusioni. Per finire rispetto alla lettera ridicola della Federazione, stendiamo un velo pietoso: FNOPI = POLITICA