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Editoriale

Il 2021 una scena da scrivere

di Ferdinando Iacuaniello

Consapevolezza. Era questa la parola chiave che alla fine del 2019 immaginavo per l’anno che oggi sta per terminare. 2020 l’anno della consapevolezza, scrivevo. Ripensandoci mi si potrebbe imputare d'aver sbagliato le misure, perché la parola dell'anno - e ne sanno qualcosa gli astrologi più blasonati - non l'aveva prevista nessuno. Ma ai lettori più attenti (o ai più disincantati) non passerà inosservato il fatto che una consapevolezza, in effetti, si è palesata: non è cambiato nulla.

Il 2020 di complottisti, avari, negazionisti e altri disastri

Quello che auspicavo era che almeno nel 2020, l'anno dedicato agli infermieri, chi vive la professione dall'esterno ne avesse una consapevolezza maggiore. A cominciare dalla politica, che ha perso l'ennesima occasione di dimostrarsi non dico illuminata, ma almeno un pizzico meno avara.

Era necessaria consapevolezza da parte dei professionisti e c'è stata. A differenza di quanto accaduto in passato, scioperi e manifestazioni li abbiamo raccontati e questa volta non prima del rinnovo del contratto, come temevo, ma prima della spartizione delle risorse. Quando ancora qualcosa in più si poteva strappare. Si doveva.

Qualche spiraglio c’è stato, perché la dimostrazione pratica della professione è ormai evidente al mondo intero. Poi il 2020 è stato anche l'anno delle promesse: “non ci dimenticheremo di voi”. Tradotto? Abbiamo rimediato un’indennità misera e una moneta brutta.

Era necessaria consapevolezza da parte degli infermieri e c'è stata. Hanno ricevuto lodi (poche) e insulti (di più). Si sono sentiti dare dei terroristi, degli untori, si sono visti recapitare cibo, prima e lettere minatorie, poi. Eroi del condominio degli altri, si sono sentiti applaudire dai balconi e hanno finito per ricevere minacce di morte. Grazie e malgrado tutto questo, uniti, compatti, con spirito di sacrificio misto a dedizione hanno affrontato la prima e la seconda ondata dell’epidemia senza battere ciglio.

Ci siamo resi conto e abbiamo dimostrato di esserci da sempre e che qualcosa in più va fatto. Controbattere - come sempre - con proposte o alternative ragionate mettendoci in gioco in prima persona. Altrimenti il silenzio - nei reparti o sui social - è sempre cosa buona e giusta (forse questa è stata una grande mancanza del 2020). Certo, abbiamo pagato tutto a caro prezzo (penso a tutti i colleghi deceduti) e forse ancora pagheremo in futuro.

Dovremo, insomma, continuare ad essere come siamo. Imparare dagli errori, avere e pretendere rispetto. Rispetto per le scelte anche se non condivise. Rispetto per le competenze e rispetto per le persone, perché al centro - guai a dimenticarlo - ci sono sempre loro.

Voi, da sempre la nostra consapevolezza

Il 2020 si chiude con Nurse24.it primo in classifica per numero di lettori per il quarto anno consecutivo. Un primato nell’anno in cui oltre 500 articoli sono stati dedicati a Covid-19, storie e approfondimenti che avremmo preferito non raccontare.

E allora, domani più di ieri, la nostra consapevolezza è quella di volerci migliorare continuamente per offrirvi sempre di più, in termini di qualità e utilità, nella fruizione del nostro giornale e di tutti i nostri servizi.

Un buon 2021 a tutti.

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