Nelle ultime ore due notizie hanno attirato l’attenzione del pubblico interessato alle questioni no vax . La prima riguarda un ricchissimo tennista serbo , in trasferta australiana, mentre l’altra vede fra i protagonisti un infermiere truffatore marchigiano . Entrambi si trovano, in linea d’aria, separati da circa 16.000 Km di distanza e dalla possibilità di essere o meno liberi di muoversi. Il primo è stato “liberato” dalla concessione di un visto da un tribunale australiano, mentre il secondo, è stato tradotto nelle patrie galere , grazie ad: un’indagine della polizia che ha rilevato una truffa riguardante false somministrazioni vaccinali , funzionali al rilascio del tanto deprecato green pass . Stando ai media sarebbero coinvolte decine e decine di persone fra intermediari, falsi vaccinati e, come detto, l’infermiere vaccinatore . Il tutto per un giro d’affari , sembrerebbe dai primi rilievi, che si aggira attorno ai 18.000 euro . Il tennista , di cui sopra, 18.000 euro li guadagna in sei ore, stando alle fonti che gli attribuiscono, un introito annuo di poco più di 30 milioni di euro . In tale situazione diventa facile avere bravi avvocati che fanno pesare il diritto di non vaccinarsi in quanto reduci dai postumi della malattia. Almeno così si dice in giro. All’infermiere dell’hub anconetano , invece, non resta altro da fare che riflettere sul fatto che la disonestà non paga . Almeno quella delle classi più basse.
Finte vaccinazioni: raggiri e truffe nel mondo della sanità
Molti sono gli episodi di false vaccinazioni nel mondo della sanità e delle sue professioni
Per il resto alcune sottolineature vanno fatte. Le Marche non sono nuove a questi episodi di false vaccinazioni , scoperte poche settimane fa anche in provincia di Ascoli , e diversi mesi addietro ancora in provincia di Ancona , con il caso del medico che iniettava…fisiologica . Ha un bel dire il Presidente della Regione, commentando a caldo i fatti anconetani, nel ricordare che i marchigiani sono persone concrete, oneste e laboriose. Affermazione che dice tutto e nulla, in quanto è valida per tutti, anche per chi marchigiano non è, ma non è valida per chi è disonesto e criminale. E per chi preferisce abborracciare dichiarazioni facendo di tutta un’erba…un fascio. Al di là del folklore locale, è giusto ricordare anche altri episodi di finte vaccinazioni : quelle relative ad un’altra infermiera , sempre poche settimane addietro, scoperte a Palermo , ed un’altra ancora che, però in questo caso, riguardava unicamente le idee anti-vacciniste sostenute da una singola professionista che, circa cinque anni fa, ha finto di vaccinare 8mila bambini nel trevigiano. In quel caso la pandemia c’entrava ben poco, a differenze delle truffe di oggi finalizzate a far soldi o al procacciamento del green pass, o ad entrambe le cose. Episodi che in molti altri casi, in misura diversa, hanno visto coinvolti diversi medici: in provincia di Salerno, Pistoia, Ravenna, Como, ed ancora nel trevigiano dove sarebbe stata coinvolta, ancora una volta un’infermiera.
Profitto ed egoismo, cattivi maestri e supposti facili guadagni, sembrano sempre più le uniche alternative esistenti al quotidiano
Il quadro finale è certamente disarmante , e rischia di offrirsi ad una lettura troppo superficiale e fine a sé stessa, fatta di condanne, non solo giudiziarie ovviamente, ma soprattutto professionali, con richiami ridondanti alla deontologia , che però, per assurdo, sembrano più funzionali ad assolvere gli accusatori che ad intaccare minimamente la morale degli accusati.
Se il mondo della sanità e delle sue professioni si vedono facilmente oggetto di raggiri e truffe, o comportamenti dolosi anche condizionati da singole elucubrazioni antiscientiste, probabilmente gli steccati etici stabiliti valgono a poco di fronte alla realtà esistente dove, profitto ed egoismo, cattivi maestri e supposti facili guadagni, sembrano sempre più le uniche alternative esistenti al quotidiano. Alternative che, in sintesi, registrano comportamenti come quelli del tennista di cui si diceva, in un’accettazione legata principalmente all’ostentazione del potere – e del danaro – posseduto, più che alla solidarietà manifestata verso i propri simili, all’umiltà, all’amore per il prossimo. In una parola: prendi esempio e fatti furbo! Hai capito come si fa? Se lo puoi fare, bene e se va male…allora non sei più furbo, ma un c……e; la sentenza viene pronunciata molto prima della condanna che qualsiasi giudice possa infliggere.
Il punto di vista deontologico
Sul piano professionale, in termini deontologici , non si può non porsi una riflessione che vada oltre un senso di rabbia e di vergogna. Nei brevi esempi fatti si sono viste due professioni principalmente interessate da comportamenti delinquenziali: medici e infermieri . Ma quest’ultimi sono maggiormente portati , rispetto ai primi, a sentirsi svalutati per il comportamento di un singolo . A vivere un senso di colpa collettivo, sbagliato quanto inutile. Se un infermiere ruba, infanga in primo luogo sé stesso e la società in cui vive . Diventa testimonianza di come un mondo fatto di apparenze e narrazioni fasulle alimenti meschinità e volontà criminogene. Elementi che possono essere rimandati a tutto e a tutti fuorché alla professione infermieristica, a meno che essa non venga a trovarsi, nel suo mandato assistenziale, connotata o condizionata, da contesti di prevaricazione, di potere incontrollabile, di soverchierie gerarchiche. E se anche ciò fosse, o si realizzasse in certe situazioni, rimanderebbe ad una necessaria valutazione della professione come espressione del mondo in cui agisce, nel bene e nel male.
In sintesi, le finte vaccinazioni dell’anconetano , oltre ad essere oggetto di interesse giudiziario, dovrebbero indurre ad una riflessione corale, professionale e sociale , che metta in rilievo la fragilità di una società dove l’interesse dei singoli, potenti e danarosi, o meschini e delinquenti, trova troppo spesso terreno d’azione, indifferente a qualsiasi dettame morale, connotato anche da un’assenza collettiva e partecipata, deontologica e politica della “cosa pubblica”.
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