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Scompenso cardiaco, la sfida parte dall'Ausl di Piacenza

di Redazione

Una campagna informativa nazionale sui sintomi e i rischi dello scompenso cardiaco, una patologia molto diffusa e pericolosa anche se poco conosciuta o sottovalutata. Ma nello stesso tempo una grande “festa della salute“, per la promozione di uno stile di vita sano e dell’attività sportiva, entrambi utili a prevenire e ridurre l’incidenza della malattia. Sono le “Giornate europee dello scompenso cardiaco“, coordinate dall’unità Scompenso e Cardiomiopatie dell‘Ausl di Piacenza – con il patrocinio del ministero della Salute e la collaborazione del gruppo farmaceutico Novartis – che per tutto maggio si celebreranno in 40 centri cardiologici di tutt’Italia.

Scompenso cardiaco, dalla Ausl di Piacenza parte la sfida

Lo scompenso cardiaco si manifesta con affanno, difficoltà di respiro e senso di stanchezza

L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione e presentata in mattinata a Piacenza in municipio, si inserisce nella campagna europea di sensibilizzazione e informazione promossa dal 2010 dall’associazione sullo scompenso cardiaco Heart Failure Association (Hfa), che a sua volta fa parte della Società europea di cardiologia European Society of Cardiology (Esc). In particolare nei centri coinvolti del progetto, con l’aiuto di medici cardiologici, personale sanitario, volontari e istituzioni, saranno organizzati ‘open days‘, camminate e biciclettate, incontri educativi e attività di sensibilizzazione sulla diagnosi precoce e sugli stili di vita idonei per combattere lo scompenso cardiaco.

I dati dello scompenso cardiarco

Si tratta di una condizione invalidante e potenzialmente fatale che si sviluppa in genere in seguito a una lesione cardiaca e si manifesta con affanno, difficoltà di respiro e senso di stanchezza. Il cuore, indebolito e troppo rigido, non riesce a pompare sangue nella quantità adeguata a soddisfare i fabbisogni dell’organismo. Ne consegue il danneggiamento dei principali organi che senza la dovuta attenzione può portare al decesso. I numeri del fenomeno, in dettaglio, sono di quelli che fanno tremare le vene e i polsi. In Italia la malattia colpisce infatti tra le 600.000 e il milione di persone. L’incidenza di questa disfunzione, ossia il numero di nuovi casi annui che vengono diagnosticati di circa 170.000 unità e tende ad aumentare, perché il miglioramento delle cure cardiovascolari, favorendo la sopravvivenza a malattie come l’infarto, aumenta il numero delle persone a rischio di scompenso. In generale, inoltre, almeno una persona su tre, uomo o donna, è a rischio di sviluppare scompenso cardiaco entro 5 anni da un attacco cardiaco. Non solo: le probabilità aumentano anche in funzione dell’età. Studi clinici calcolano infatti che la ‘prevalenza’ della malattia è pari a meno dell’1% nelle persone fino a 60 anni, del 2% in quelle tra i 60 e 70 anni, del 5% tra i 70 enni e gli 80 enni, attestandosi a oltre il 10% dopo gli 80 anni.

I costi per il servizio sanitario nazionale

A questi numeri già allarmanti, si aggiunge che lo scompenso cardiaco è la terza causa di ricovero ospedaliero (dopo parto e cataratta) e la più ‘cara’ per il servizio sanitario nazionale, a cui drena importanti risorse. Ogni anno i ricoveri sono più o meno 165.000 (500 al giorno) e cresciuti di circa il 16% dal 2000 al 2005. La degenza media è di 10 giorni. Quasi la metà (45%) dei dimessi viene però ricoverato una seconda volta entro 6 mesi. Per l’assistenza a questa tipologia di malati si spendono circa 550 milioni, pari al 2% dei costi totali per i ricoveri ospedalieri e dello 0,5% della spesa sanitaria complessiva. A fronte dell’evidenza delle cifre, tuttavia, lo scompenso cardiaco è poco conosciuto. Un’indagine condotta nel 2005 ha rivelato che solo 2 italiani su 100 sono in grado di descriverne i sintomi e solo 30 su 100 la ritengono una malattia grave. Come se non bastasse 1 italiano su 3 è convinto che si tratti di una normale conseguenza dell’invecchiamento e non di una malattia legata a una grave alterazione cardiaca.

Massimo Piepoli: È necessario aumentare la prevenzione 

Per questo la prima raccomandazione rivolta alla popolazione è la prevenzione dei fattori di rischio cardiovascolare, come obesità, ipertensione e sedentarietà, eliminando inoltre il fumo e limitando l’assunzione di bevande alcoliche. Il tutto, seguendo una dieta controllata e praticando regolarmente attività fisica. Lo ribadisce Massimo Piepoli, responsabile dell’ unità operativa Scompenso e Cardiomiopatie dell’Ausl di Piacenza e, oltre che membro dell’associazione per lo scompenso cardiaco della Società europea di cardiologia, padre delle giornate europee, a cui ha fortemente voluto l’adesione dell’Ausl di Piacenza. Mediante una prevenzione efficace- spiega Piepoli- saremmo in grado di prevenire l’80% delle patologie cardiovascolari e perfino il 40% dei tumori. Qui, aggiunge il medico, parliamo oggi di una vera e propria emergenza su cui la società europea di cardiologia intende aumentare la sensibilizzazione, a partire dalla prevenzione. Infatti attraverso la conoscenza della malattia e con stili di vita sani, i pazienti possono riconoscerla precocemente e vivere bene e più a lungo, conclude il medico piacentino.

Francesco Fedele: Bisogna mettere in sinergia le diverse specialità della cardiologia

Sulla stessa linea Francesco Fedele, presidente della federazione italiana di Cardiologia: Per affrontare questa ‘epidemia dei nostri tempi’ bisogna mettere in sinergia tutte le diverse specialità della cardiologia e su questo si sta lavorando ad una struttura delle malattie cardiovascolari per cui ci sarà un incontro il prossimo 18 maggio.

Luca Baldino: Pazienti seguano i buoni consigli degli specialisti

Il direttore generale dell’Ausl di Piacenza, Luca Baldino, sottolinea invece un aspetto che rende le giornate di sensibilizzazione ancora più importanti: Come abbiamo dimostrato proprio qui a Piacenza- dice- molti pazienti a cui è stata diagnosticata la malattia non seguono poi i percorsi di cura. Ecco perché per noi è importante che i buoni consigli siano ascoltati e portare sempre più territorio nella gestione dei malati.

L'importanza dell'attività sportiva

I medici su un punto non transigono: Fare sport non solo si deve, ma è anche altamente raccomandato. E l’onorevole piacentina Paola De Micheli (Pd) coglie l’occasione per invitare i suoi concittadini, uno dei prossimi venerdì (giorno in cui è in città) ad una passeggiata all’insegna della salute prima di andare al lavoro. De Micheli parla inoltre di una buona iniziativa di comunicazione contro la cattiva informazione in ambito sanitario. Per chi volesse saperne di più, tutte le informazioni sullo scompenso cardiaco e sulla campagna sono disponibili al sito www.iltuocuore.com e sulla pagina facebook dedicata.

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