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Sanità a rischio, Regioni chiedono più risorse al Governo

di Redazione

La Sanità italiana è in affanno e sottofinanziata in maniera preoccupante, risulta la meno sostenuta in Europa. Servono più fondi e occorre portare i finanziamenti a livello dei Paesi Ue. Così gli assessori alla Salute di tutte le Regioni all'unanimità - anche quelle governate dalla destra come Lombardia, Veneto e Piemonte - in una lettera inviata ai ministri Giorgetti e Schillaci da parte del coordinatore della commissione salute della Conferenza delle Regioni, l'assessore emiliano-romagnolo Raffaele Donini, in cui si chiede un incontro urgente per affrontare una serie di preoccupanti questioni.

Preoccupante sottofinanziamento sanità. Regioni scrivono al Governo

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Nel documento, in cui le Regioni si mostrano unite contro il Governo, vengono indicati alcuni problemi contingenti che affliggono le sanità locali e che necessitano di essere gestiti con più soldi di quelli previsti dalla manovra finanziaria per il 2025 che sarà varata entro fine anno.

Da alcune indiscrezioni è emerso infatti che, sebbene il ministro dell'economia abbia assicurato che le spese per la sanità non saranno tagliate, l'aumento del fondo destinato all'assistenza, che vale circa 134 miliardi, sarà contenuto, pari soltanto a circa 2 miliardi di euro.

Le Regioni ritengono che sia troppo poco, anche considerando che oltre la metà di questa cifra era già prevista dalla scorsa Finanziaria. Va incrementato il livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale per avviare un percorso di progressivo allineamento a quello garantito nei principali Paesi europei per coprire i maggiori oneri determinati dall'andamento dell'inflazione, chiedono con forza le Regioni anche alla luce del livello bassissimo del rapporto tra spesa sanitaria e Pil in Italia, che si stima possa raggiungere nel giro di un anno soltanto il 6,2% rispetto al 10% di Francia e Germania. La stessa richiesta viene di fatto avanzata anche dalle opposizioni, dalle organizzazioni sindacali e dalle società scientifiche che manifestano la stessa posizione.

Oltre a denunciare il problema del finanziamento dei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) che risultano ancora bloccati a causa delle tariffe delle prestazioni, le Regioni chiedono che venga rispristinato il Fondo complementare al Pnrr relativo ad opere di messa in sicurezza antisismica e antincendio degli ospedali. Risulta infatti che il ministro Fitto abbia tolto dal fondo 1,2 miliardi di euro. Sebbene avesse assicurato che le Regioni avrebbero potuto usufruire comunque per l'edilizia ospedaliera di una linea diversa di finanziamento, tali risorse sembrano al momento non disponibili.

Le Regioni evidenziano che resta aperto la questione del Payback sui dispositivi medici, il contributo alla spesa da parte delle aziende produttrici di cui però mancano ancora chiare indicazioni dopo che la Corte costituzionale ha ritenuto legittima questa disposizione.

Segnalano inoltre il problema relativo al significativo aumento della spesa farmaceutica. Ritengono che tale incremento dei costi, legato anche al cambiamento del sistema di distribuzione di alcuni farmaci, rischi di azzerare l'eventuale aumento del fondo sanitario nazionale.

Servono inoltre soldi per abbattere le liste di attesa: il relativo provvedimento legislativo in merito non assegna infatti nessun finanziamento alle Regioni ma presenta soltanto indicazioni organizzative. Servono soldi anche per finanziare sia il nuovo piano pandemico, sebbene ancora non sia stato né presentato né diffuso, sia per il Piano di prevenzione vaccinale.

Mancano soldi anche per finanziare i dipartimenti di prevenzione delle Asl per la sicurezza sul lavoro e servono soldi per assumere quei 65mila infermieri che, secondo la Corte dei Conti, mancano all'Italia.

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