Si è concluso il procedimento penale contro l'imputato, accusato dei reati di lesioni ed interruzione di pubblico servizio, che il 27 ottobre 2020 aveva aggredito un infermiere in servizio presso il Pronto soccorso dell'ospedale di Città di Castello. Per averlo preso a pugni è stato condannato a sei mesi di reclusione (pena sospesa) e al pagamento di circa 1.500 euro.
Infermiere preso a pugni, aggressore condannato con pena sospesa
Lo ha stabilito la sentenza del giudice del tribunale di Perugia. Il patteggiamento è arrivato dopo tre anni e mezzo dalla vicenda ma la pena è stata sospesa in quanto, tenuto conto del comportamento processuale, sono state concesse le attenuanti generiche.
Sussistono i presupposti oggettivi e soggettivi per l'applicazione del beneficio della sospensione condizionale della pena
, scrive il giudice nella sentenza. Resta tuttavia la condanna pecuniaria a favore dell'infermiere, costituitosi parte civile.
Come si evince nel capo di imputazione, l'uomo aveva raggiunto il Pronto soccorso dell'ospedale con una ferita all'avambraccio che si era procurato sferrando un pugno contro un vetro. In evidente stato di forte agitazione aveva colpito con un pugno al volto l'infermiere che era intervenuto nel tentativo di calmarlo e prenderlo in carico.
In seguito all'aggressione l'operatore sanitario aveva riportato un trauma facciale con tumefazione, dolore temporo-mandibolare ed otalgia post traumatica.
Costringeva altresì l'infermiere ad interrompere la prestazione lavorativa in modo da determinare interruzione e turbamento nel regolare svolgimento del pubblico servizio
, si apprende dalla ricostruzione dei fatti da parte della Procura. All'imputato era stata pertanto contestata l'aggravante di aver commesso il reato di lesioni personali in danno di persona incaricata di pubblico servizio.
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