Flash mob all’ospedale napoletano, inscenato dagli operatori per manifestare solidarietà all’infermiere 31enne aggredito nel Pronto soccorso durante l’orario di lavoro. La rabbia dei colleghi: Stanchi di lavorare con il terrore e senza tutela per la nostra sicurezza
. Negli ultimi giorni casi simili in Liguria e Sicilia.
Napoli: solidarietà per l’infermiere aggredito da un paziente
L’ennesimo episodio di violenza – stavolta “fisico”, dunque oltre le minacce in video – nei confronti di un professionista sanitario che ne avrà per tre settimane. A denunciare la vicenda l’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” e a fare da sfondo a quanto accaduto l’ospedale dei Pellegrini a Napoli, dove un infermiere 31enne è stato prima minacciato e poi malmenato da un paziente in attesa al Pronto soccorso. E in queste ore il personale ospedaliero dello stesso centro è stato protagonista di un flash mob contro le aggressioni e gli atti offensivi nei confronti dei sanitari. La scritta Noi siamo Stefano
, ovvero l’infermiere aggredito da un paziente stanco di aspettare il proprio turno (era arrivato in codice verde per uno stato d’ansia), riportata a caratteri cubitali, è l’emblema della protesta. Così, sui fogli fissati con il nastro adesivo sopra le divise di infermieri, oss e medici è stata espressa la totale vicinanza nei confronti del collega. Ma la manifestazione è stata anche, e soprattutto, un vero e proprio grido di allarme e d’aiuto, lanciato pubblicamente dagli operatori. Non ne possiamo più di lavorare con il terrore e senza alcuna tutela per la nostra incolumità
, hanno spiegato i sanitari del Vecchio Pellegrini, in pieno centro storico nel capoluogo campano.
Una struttura particolarmente presa di mira dagli esagitati e al centro di episodi di violenza ai danni del personale e del medesimo presidio (come è accaduto di recente quando è stato preso a pugni un vetro divisorio). Ricordando che in questo periodo stanno registrando un’impennata degli accessi nel Pronto soccorso che, per forza di cosa, allunga i tempi dell’assistenza in caso di patologie e traumi lievi
, gli operatori precisano che la maggior parte delle minacce e delle violenze, accadono semplicemente perché invitiamo le persone con codici a bassa priorità ad aspettare il proprio turno
. Sulla vicenda è intervenuto lo stesso presidente dell’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”, Manuel Ruggiero: Purtroppo l’ignoranza rimane scolpita nel Dna di alcuni utenti che proseguono a credere che chi giunge prima viene visitato prima. L’infermiere vittima di questo assalto ha avuto 21 giorni di prognosi, quindi scatta la procedibilità d’ufficio e l’equiparazione del sanitario ad un pubblico ufficiale. Si applichi la legge
.
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