L’infermiere Massimiliano Strappetti è già da mesi sempre al fianco del Papa e lo stesso Francesco, dopo l’intervento al colon, ha rivelato: Mi salvò la vita
. Già coordinatore della direzione di Sanità ed Igiene del Governatorato dello Stato di Città del Vaticano, ora Strappetti accede a Santa Marta per dedicarsi al Pontefice a tempo pieno in qualità di suo assistente sanitario personale. Non ci sono precedenti di una nomina del genere: finora una nomina formale c’era solo nel caso del medico personale del Pontefice, oggi il professor Roberto Bernabei.
Strappetti, l’infermiere scelto dal Papa come assistente personale
Da un lato la nomina rappresenta un riconoscimento, professionale e umano, al sanitario che il Pontefice ha particolarmente cuore. Colui che gli ha salvato la vita. Dall’altro, è l’indice che l’avanzare dell’età di Bergoglio – il 17 dicembre compirà 85 anni – comporta una presenza, ancora più continuativa, da parte di un infermiere. Il Pontefice, infatti, non necessita solamente di cure e terapie per il dolore al ginocchio, che lo costringe a muoversi con un bastone o (sempre più spesso) con la sedia a rotelle, ma anche per gli acciacchi che, inevitabilmente, condivide con i coetanei.
Il 52enne Massimiliano Strappetti – che sul suo profilo Facebook ha una biografia decisamente “scarna” nonostante l’importante incarico: dal 2002 infermiere professionale presso Città del Vaticano
– rappresenta anche quella categoria di operatori sanitari che sono maggiormente vicini ai pazienti: gli infermieri. Ragione per cui Francesco, in particolar modo nel corso dell’emergenza pandemica, non solo li ha più volte citati ma non ha mai perso l’occasione per elogiare gli infermieri e le ostetriche (Sono gli operatori sanitari più numerosi e più vicini agli ammalati e le ostetriche compiono forse la più nobile tra le professioni. Preghiamo per tutti loro, perché possano svolgere al meglio il loro prezioso lavoro
).
E ancora, in particolare nel 2020, durante il messaggio per la Giornata internazionale dell’infermiere, il Papa – che in precedenza aveva definito i sanitari santi della porta accanto
– aveva scritto che ogni giorno, a contatto con gli ammalati
infermiere e infermieri, sperimentano il trauma che la sofferenza provoca nella vita di una persona. Sono uomini e donne che hanno scelto di rispondere “sì” a una vocazione particolare: quella di essere buoni samaritani che si fanno carico della vita e delle ferite del prossimo. Custodi e servitori della vita, mentre somministrano le terapie necessarie, infondono coraggio, speranza e fiducia
.
Tornando a Strappetti (l’infermiere scelto dal Papa come assistente personale assai apprezzato in Vaticano per la sua professionalità) va detto che da tempo segue passo dopo passo la salute del Pontefice. Una vicinanza adesso formalizzata nell’incarico di assistente sanitario personale
del Papa. Tradotto: il coordinatore della direzione vaticana di Sanità e Igiene
collaborerà ancora più strettamente con il medico del Pontefice, il professor Roberto Bernabei, docente di geriatria dell’Università Cattolica.
Come anticipato, dai social non trapela molto della vita professionale di Strappetti. Tra i pochi particolari noti emerge comunque il suo impegno, già messo al servizio di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, nell’attività di volontariato a favore dei senza dimora, in cui collabora con il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski. Ulteriore dato ufficiale è che al servizio in Vaticano è arrivato dopo un iter professionale che l’ha visto impegnato al policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma, anche nel reparto di rianimazione.
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