Gli ospedali dell'area metropolitana di Napoli dotati di grandi Dipartimenti di emergenza, come il Cardarelli e l'Ospedale del mare che registrano afflussi record durante tutto l'anno, sono nel caos per l'estate a causa della mancanza di infermieri. Dei 70mila che mancano in Italia su 460mila in servizio, e che potrebbero superare i 100mila entro qualche anno, oltre 10mila servono alla Campania. Nonostante la Regione sia in pareggio di bilancio dal 2013 sui conti della Sanità, il Piano di rientro del deficit che ancora perdura impone i tagli al turn over e il freno delle nuove assunzioni a causa dei tetti di spesa, secondo i quali la dotazione di personale deve essere ridotta dell'1,4% rispetto a quella del 2004.
Carenza infermieri, a Napoli ne servono almeno 10mila per l'estate
Nelle corsie campane mancano all'appello, rispetto agli standard, dai 10 ai 13mila operatori sanitari di cui circa 2mila medici e il resto, che corrisponde all'80%, tra infermieri, tecnici sanitari ed altre figure della dirigenza sanitaria. Gli attuali tetti di spesa consentono di assumere fino a duemila sanitari, ma questa cifra copre poco oltre il turnover dei pensionamenti.
Siamo un baluardo dell'assistenza pubblica in Italia e come tali dovremmo essere tutelati. Questo vale a maggior ragione in Campania, regione tra le prime per l'emigrazione sanitaria, l'insufficienza e la sperequazione nella assegnazione del fondo nazionale, le mancate assunzioni, la carenza di posti letto e di strutture territoriali
. Così Teresa Rea, presidente dell'Ordine degli Infermieri di Napoli, ponendo l'accento sull'aspetto della carenza di personale soprattutto al Sud e l'impegno profuso quotidianamente dalla professione per sviluppare un Sistema salute a misura di cittadino.
Secondo i dati dell'Ordine nazionale delle professioni infermieristiche negli ultimi dieci anni sono stati formati in Italia poco più di 12mila infermieri rispetto ad un fabbisogno molto più alto. Rispetto ai numeri messi a bando negli Atenei, le iscrizioni sono calate. La crisi è alimentata dai progressivi pensionamenti, dalle dimissioni e dai trasferimenti anche all'estero dove i giovani infermieri italiani sono attratti da prospettive economiche e professionali migliori.
Di fronte alla fuga di infermieri dai corsi di laurea alcune regioni meridionali cercano di reclutarli per mobilità da altre regioni mentre quelle settentrionali corrono ai ripari stipulando accordi con paesi in via di sviluppo, come l'India e il Sud America.
Secondo le stime di Nursing Up, in sindacato degli infermieri, questa carenza strutturale nelle corsie degli oltre mille ospedali italiani diventa maggiormente evidente, impattando pesantemente, soprattutto nel periodo estivo. L'emergenza è attesa soprattutto per gli infermieri mentre per i medici la sofferenza si concentra prevalentemente nei pronto soccorso dove, tuttavia, basta poco per innescare un cortocircuito assistenziale.
Sebbene gli infermieri manchino ovunque, le regioni più in sofferenza sono la Lombardia, per le fughe verso l'estero dei suoi professionisti, e la Campania per la strutturale sofferenza dei Pronto soccorso. Mediamente in queste due regioni si osservano 12-13 pazienti assistiti per ogni infermiere, quasi il doppio dello standard massimo
, spiega il sindacato.
A causa del deficit di organico si rischia così ad ogni estate il taglio del 10% dei posti letto, nonché la chiusura di alcuni reparti e aree di emergenza-urgenza che vanno in tilt soltanto con un 30% in più di afflusso, soprattutto di anziani e fragili, previsto normalmente durante il periodo estivo.
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