Il 26 luglio iniziano le Olimpiadi di Parigi. C'è molta attesa per la suggestiva cerimonia di apertura sulla Senna, tra la Tour Eiffel e Notre Dame, che certamente emozionerà miliardi di spettatori trasformando quella parte della Ville Lumiere in un teatro a cielo aperto. In nome dei giochi olimpici, che nell'era moderna si svolgono dal 1896, il mondo politico non solo francese, unitamente a quello sportivo, ha più volte invocato, sin dai mesi scorsi, una tregua per tutte le guerre che stanno drammaticamente devastando terre e popoli in varie regioni del pianeta.
Primo atleta paraplegico a portare la torcia olimpica con un esoscheletro
Questa tregua è una consuetudine antica che risale ai giochi nella Grecia del IX secolo a.C. quando era tradizione per i re ellenici firmare un trattato che poneva fine ai conflitti locali così che i cittadini, gli atleti e gli artisti potessero recarsi in sicurezza ai Giochi di Olimpia.
Si chiamava “ekecheira” ed oggi una risoluzione delle Nazioni Unite, che viene adottata ogni due anni durante l'autunno che precede ogni edizione dei Giochi estivi ed invernali, ne chiede come allora il rispetto. Alla vigilia di Parigi 2024 sono tuttavia emersi timori di attentati contro la delegazione israeliana così che sulla barca che la trasporta lungo la Senna, insieme a quella italiana, salirà anche il Mossad, il servizio segreto.
Le Olimpiadi sono un evento sportivo che, nella competizione tra i migliori atleti dei cinque continenti, esalta non solo la fisicità e le potenzialità del corpo umano, ma anche la bellezza innata degli esseri umani, capaci di imprese straordinarie grazie alle loro abilità.
Le Olimpiadi, mai come in questa edizione, sono in grado di esprimere quella fraternità, uguaglianza e libertà di cui gli uomini di ogni Paese avrebbero bisogno e che la terra ospitante ed ospitale incarna.
C'è tanta salute nelle olimpiadi, non soltanto nei corpi atleticamente sani, ma anche in quelli malati a cui la disabilità fisica non impedisce di gareggiare. Gli atleti paralimpici, seppur distinti nelle gare dagli altri, diventano a maggior ragione testimonial di quanto la vita possa essere ancora meravigliosa nonostante gli ostacoli.
Le Olimpiadi insegnano che aver perduto la vista o un arto non rende meno uomini e donne e che riuscire a gareggiare e a primeggiare in tante discipline con l'ausilio di una carrozzina o di una protesi è frutto di una determinazione ed una forza d'animo che, pur essendo fuori dal comune, è comunque comune alla natura delle persone.
È insita in ciascuno la voglia e la possibilità di farcela a dispetto delle circostanze avverse della vita. Così in quei corpi sani e forti, integri o meno integri, che sudano, volteggiano, corrono, nuotano, lottano contro i record, vinti dalla fatica ma vittoriosi comunque vadano le classifiche, possiamo scorgere tutti le cose belle di cui siamo ancora capaci anche quando siamo gli uni contro gli altri, pur nella pacifica e sana rivalità agonistica. L'insieme è un quadro armonico che suscita un sentimento di speranza.
Kevin Piette è una di quelle persone che ha già vinto le sue personali olimpiadi, regalandosi e donando una delle più grandi emozioni ancor prima di gareggiare nella sua disciplina. Bastava la sua gioia a farlo vincere, davanti a tutti e a tutto, sbaragliando qualsiasi avversario ed avversità. Commuove ed esalta la sua felicità, come di fanciullo.
Kevin è l'atleta paralimpico che nell'antivigilia dell'inizio dei giochi ha sfilato lungo le vie parigine, tra due ali di folla, portando la fiamma olimpica nell'ultimo tratto cittadino del percorso, dopo aver attraversato i continenti partendo dal Giappone, sede dell'ultima edizione nell'anno della pandemia. Ha 36 anni ed è visibilmente felice, mentre sorride e saluta. È un tennista francese paraplegico ed è un tedoforo speciale.
È cyber. È un umano pelle e ossa, ma indossa un dispositivo robotico all'avanguardia, detto esoscheletro, che gli permette di camminare anche se con un'andatura meccanica. Conosciamo la sua storia attraverso il sito ufficiale delle Olimpiadi di Parigi. È tornato allo sport come paratleta dopo un incidente stradale avvenuto undici anni fa, diventando “pilota” di esoscheletro per conto di un’azienda francese, la Wandercraft, nata nel 2012 per iniziativa di tre ingegneri.
Kevin cammina grazie a sensori e motori posizionati all'altezza dei fianchi, delle ginocchia e delle caviglie. Il dispositivo, ideato per persone come lui che sono in sedia a rotelle, permette di alzarsi in piedi e di camminare. Aiuta altresì ad affrontare una riabilitazione intensiva e personalizzata per massimizzare le possibilità di recupero dopo lesioni gravi e di prevenire la comparsa di complicanze da perdita di mobilità.
Kevin controlla i movimenti dell'esoscheletro attraverso un telecomando che stringe nella mano destra mentre con la sinistra tiene alta la fiaccola olimpica che arde e che il venticello parigino non spegne. Kevin è stato uno dei primi collaboratori di questa azienda tecnologica ed ha contribuito al miglioramento del dispositivo, prendendo parte a competizioni dette cybathlon in cui persone con disabilità usano tecnologie assistive.
Attualmente l'esoscheletro che Kevin indossa è utilizzato nella riabilitazione ma è in fase di sviluppo anche una versione personale per consentire una maggiore indipendenza a casa. Non dimenticherò mai questo giorno - ha commentato Kevin sui social -. È con orgoglio ed onore che ho potuto portare questa fiamma che rappresenta tante cose belle: impegno, sport, innovazione, inclusione, speranza, futuro. La giornata è stata incredibile ed emozionante
, esulta ringraziando coloro che gli hanno dato questa opportunità.
Kevin ispira le persone ad impegnarsi nello sport e a promuovere l'innovazione per chi convive con queste disabilità
, hanno dichiarato gli organizzatori dei Giochi. Kevin ha dimostrato quello che si può ottenere quando impegno sportivo, desiderio di una società più inclusiva e spirito imprenditoriale ed innovativo si fondono
.
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