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Aiello del Friuli: maltrattamenti in Rsa, 13 indagati

di Redazione Roma

Inconsapevoli di essere intercettati dai carabinieri del Nas di Udine, i destinatari del provvedimento (tutti operatori, con varie qualifiche, che lavoravano all’interno della struttura assistenziale in questione), hanno continuato a rivolgersi e a comportarsi con almeno sette anziani ospiti nei modi che, in tesi accusatoria, integrano il reato dei maltrattamenti. Gli accusati non replicano.

Infermieri e Oss tra i 13 indagati per maltrattamenti agli anziani

Si sono avvalse della facoltà di non rispondere le prime due indagate – su tredici in totale –, entrambe operatrici sanitarie presso una Rsa di Aiello del Friuli, comparse dinanzi al giudice per le indagini preliminari Mariarosa Persico per gli interrogatori di garanzia.

Nei confronti delle due, D.F. di 56 anni (assistita dall’avvocato Ines Maria Roberta Simonetti) e G.P. di 62 anni (difesa dall’avvocato Denaura Bordandini) sono stati disposti gli arresti domiciliari. Sono quattordici gli episodi di maltrattamento in Rsa ascritti a D.F., ventidue quelli contestati a G.P., dunque circa uno ogni due giorni, considerando che l’attività tecnica di ascolto e osservazioni mediante intercettazioni ambientali è durata poco più di sei settimane.

E ancora, è stata applicata la stessa misura cautelare degli arresti domiciliari a S.M. di 42 anni e ad A.A., di 30 anni. Divieto di esercitare la professione per tre mesi, invece, nei confronti di M.S., mentre per G.B. e C.G. rispettivamente di 36 e di 22 anni, è stato applicato il divieto di avvicinamento alle persone offese. Tra gli indagati compaiono anche altre sei persone.

Ribadiamo: complessivamente sono tredici gli indagati, tutti operatori con varie qualifiche (tra questi, anche infermieri e Oss) che lavoravano all’interno della struttura assistenziale in questione e che, secondo le indagini, hanno posto in essere condotte ritenute allo stato di rilevanza penale come minacce e offese.

Maltrattamenti in Rsa, le intercettazioni

Pazienti nudi sul materasso senza lenzuola; cambi del pannolone senza che prima gli ospiti venissero lavati o lasciando la porta della camera aperta (nonostante le suppliche dell’ospite); un paziente sollevato dal letto afferrato per il collo. E nel momento in cui qualcuno si lamentava per il freddo, la punizione non tardava ad arrivare: gli venivano spalancate le finestre.

È quanto emerge dall’ordinanza del gip. Si tratta di anziani che avevano necessità di aiuto per ogni esigenza della loro quotidianità. Motivo per cui si trovavano nella residenza sanitaria assistenziale friulana dove, invece, le vessazioni erano all’ordine del giorno. In taluni casi accompagnati da minacce, anche di violenza sessuale e di morte, oppure da percosse. Inutile qualsivoglia protesta, che portava solo ad ulteriori insulti o derisioni.

L’orribile condizione nella quale alcuni ospiti avrebbero versato è stata documentata dai 45 giorni di intercettazione dei carabinieri del Nas di Udine in tre camere della struttura – che hanno consentito ai militari di documentare diversi episodi di minacce (tra le quali: Stai zitta, vuoi che ti uccido?), ingiurie e abbandono ai danni degli anziani, tutti non autosufficienti – ed è emersa a seguito della denuncia presentata dalla nuova direttrice della Rsa, da poco arrivata ad Aiello. Preoccupata dalle notevoli criticità gestionali riscontrate in direzione, la donna aveva definito allarmante la situazione nella struttura.

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