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Friuli, infermieri in fuga dal posto fisso

di Redazione Roma

Turni sfiancanti, ferie interrotte, vita privata quasi azzerata: tutto ciò si traduce in una vera e propria fuga degli infermieri dal pubblico verso il privato. In AsuFc se ne sono andati quasi 230 professionisti sanitari. Si licenziano perché guadagnano 1.400 euro, spiega il segretario del Nursind Udine, Afrim Caslli.

La fuga degli infermieri da turni massacranti e stipendio da 1.400 euro

Fuga dalla Sores, la Struttura operativa regionale emergenza sanitaria di Palmanova (Udine). In quest’ultimo mese, si sono licenziati quattro infermieri su quaranta, il dieci per cento dell'organico. Siamo all’emergenza, ammette il segretario del Nursind Udine, Afrim Caslli, che nei giorni scorsi ha scritto a Joseph Polimeni, il direttore generale di Arcs, l’Azienda regionale di coordinamento per la salute da cui dipende la struttura, per chiedere di fissare un incontro urgente.

L’esodo dei professionisti sanitari dal sistema sanitario regionale non rappresenta (purtroppo) una novità. Presso l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale – precisa ancora Caslli – se ne sono andati circa in 230. Si licenziano perché guadagnano 1.400 euro con turni massacranti. Praticamente non hanno più una vita familiare. Non di rado vengono fatti rientrare dalle ferie. Molti hanno problemi psicologici e fisici e poi in busta paga si vedono arrivare un importo dal genere. A un certo punto, si dicono, meglio andare a svolgere un’altra professione.

Professionisti sanitari introvabili in Friuli. Per risolvere la questione, secondo il Nursind, occorre un intervento deciso e strutturale. La legge regionale n. 8 del 9 giugno 2022 prevede che entro il 31 dicembre 2023, per sopperire alla carenza di personale medico e infermieristico nei servizi di emergenza e urgenza, sia permesso alle Aziende di ricorrere all’acquisto di prestazioni aggiuntive, anche per il personale del settore, con un incremento orario fino a 50 euro lordi. Questo, secondo Caslli, è il percorso da seguire. Le Aziende applichino subito questo incentivo.

Sfogliando il calendario a ritroso, in febbraio la giunta regionale del Friuli Venezia-Giulia ha approvato una delibera che introduce alcune deroghe alla norma in materia di riconoscimento delle qualifiche delle professioni sanitarie. Si tratta della delibera n. 134 del 3 febbraio 2022 – “Dl 105/2021, art. 6 bis, deroga alle norme di materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie, disposizioni attuative” – evidenziando che lo strumento fornito dalla decretazione d’urgenza ci permette di mettere in campo strumenti necessari a fronteggiare la strutturale e grave carenza di risorse umane. In questo modo possiamo assicurare l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza.

Ieri come oggi, dunque, il focus è chiaro: fornire un’adeguata risposta all’importante carenza di personale, permettendo, in parallelo, di rafforzare l’attività assistenziale sull’intero territorio regionale.

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