Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato i primi 15 contratti istituzionali di sviluppo con altrettanti presidenti delle Regioni e a breve lo farà con i restanti governatori, cercando di blindare con tali “patti di ferro” oltre 8 miliardi. Entro la fine dell’anno i bandi per le case e gli ospedali di comunità, posti letto e apparecchiature. Per realizzare una nuova salute territoriale.
Pnrr, al via la missione 6: gli interventi previsti per la Sanità
Ha preso il via il countdown sugli investimenti, nelle Regioni, della missione 6 (“Realizzare una nuova salute territoriale”) del Piano nazionale di ripresa e resilienza: poche ore fa il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato i primi 15 contratti istituzionali di sviluppo con altrettanti presidenti delle Regioni, e a brevissimo lo farà con i restanti governatori, cercando di chiudere con tali “patti di ferro” oltre 8 miliardi di euro, dei quali il 41% destinato alle Regioni del sud Italia.
In particolare, i fondi serviranno per edificare una nuova sanità territoriale, con il via libera ai bandi (partiranno entro la fine del 2022) per la costruzione di 1.350 Case della Comunità (dove lavoreranno infermieri, medici e altri sanitari per fornire le prime cure e diagnosi, con particolare riferimenti ai pazienti cronici), 400 Ospedali di Comunità (questi ultimi con la funzione intermedia tra domicilio e ospedale, mirando a scongiurare ricoveri impropri nonché ad agevolare dimissioni protette) entro il primo semestre del 2026, e 600 Centrali operative territoriali entro il 2024.
E ancora, le risorse occorreranno anche per potenziare gli ospedali con 7.700 posti letto in terapia intensiva e semi-intensiva e la digitalizzazione di 280 Pronto soccorso (stanziati 2,8 miliardi). Una vera e propria spinta verso l’implementazione della sanità digitale.
La riforma del settore va avanti, occorre investire sulla medicina del territorio attraverso il digitale e la telemedicina
, ha affermato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. Ma non è tutto. Verranno acquistate oltre 3.100 apparecchiature tra Rmn, Tac e mammografi (1,1 miliardi) e si concretizzeranno una serie di interventi nell’ambito della sicurezza a livello sismico degli ospedali (1,6 miliardi).
I Cis (Contratti istituzionali di sviluppo) appena firmati dal ministro Speranza e dai governatori, costituiscono uno strumento decisamente nuovo per il comparto. E implicano l’attuazione di strumenti-piani operativi, crono programmi, tavoli istituzionali, nuclei tecnici, per assicurare il raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati. Il Pnrr, realmente, costituisce un’occasione da non sciupare per la Sanità.
In particolare, gli 8 miliardi occorreranno in primis per attivare 602 Centrali operative territoriali con la funzione di mettere in collegamento e di coordinare i servizi domiciliari con i vari servizi territoriali, sociosanitari e ospedalieri e con la rete di emergenza. Basilare, in particolare, sarà il (già citato) tavolo istituzionale del Cis, un organismo di concertazione che si riunirò ogni sei mesi – o in qualsivoglia momento se ne ravveda la necessità – dove siederanno il ministro della Salute e il ministro dell’Economia e delle Finanze (oppure i loro delegati) insieme ai presidenti delle Regioni (o i loro delegati), per valutare di concerto l’andamento dei progetti e in caso si presentino particolari difficoltà da fronteggiare.
È bene, poi, ribadire che la missione 6 “Salute” del Pnrr pone particolare attenzione ai finanziamenti richiesti in rapporto all’incremento numerico di professionisti sanitari sul territorio (nonché alla loro formazione). La stessa presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli, ha più volte ribadito che senza infermieri non decolla il Pnrr. È necessario che il Governo intervenga in modo incisivo, sia sui numeri, sia sulla formazione e il riconoscimento professionale
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