Vaccinazioni pediatriche, fondo per la non autosufficienza, precariato nella ricerca, liste di attesa e accordi istituzionali. Per il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e l’assessore alla Salute, Sergio Venturi, il mese di giugno si è rivelato particolarmente intenso data la necessità di annunciare, in rapida successione, le iniziative per rendere più forte
la sanità regionale, grazie alle risorse a del servizio sanitario regionale (pari nel 2017 a oltre 8 miliardi di euro, 64 milioni in più rispetto al 2016). Anche, e soprattutto, con specifiche iniziative sul fronte delle risorse umane, per la riduzione del precariato e l’assunzione di nuovo personale
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Emilia Romagna, parole d’ordine: Assumere, qualificare, specializzare
È in tal senso che questa mattina sono stati illustrati in Regione i dettagli relativi a un nuovo accordo per la stabilizzazione di 400 medici in tutte le aziende sanitarie dell'Emilia-Romagna. Il terzo che la Regione sigla in pochi mesi con le organizzazioni sindacali per il rafforzamento del personale sanitario.
Presente all’incontro, la direttrice generale alla Cura della persona, Salute e Welfare, Kyriakoula Petropulacos, che ha fornito un quadro completo della situazione con una sorta di bilancio di mandato sulle assunzioni di medici, infermieri, ostetriche, tecnici e operatori sanitari nei primi due anni e mezzo dall’insediamento della nuova giunta in via Aldo Moro ( si votò anticipatamente il 23 novembre 2014 a causa delle dimissioni del presidente uscente Vasco Errani).
Il consuntivo: i dati della stabilità
Negli ultimi due anni – secondo i dati forniti da via Aldo Moro - nel sistema sanitario dell’Emilia Romagna sono già state assunte a tempo indeterminato oltre 4.300 persone (esattamente 4.339): 1.904 nel 2015, 2.013 nel 2016 e altre 422, anche negli ultimi mesi, quale quota parte di nuove assunzioni oltre la copertura del turnover e le stabilizzazioni previste.
Le assunzioni, possibili grazie a uno stanziamento della Regione pari a 25 milioni, hanno interessato tutto il territorio regionale. In particolare: 1.160 a Bologna, di cui 742 all’Ausl, 334 all’azienda ospedaliera e 84 all’Istituto ortopedico Rizzoli (Ior); 1.119 all’Ausl unica della Romagna; 226 all’Ausl di Piacenza; 542 a Parma (253 all’Ausl e 289 all’Azienda ospedaliera); 348 a Reggio Emilia (204 all’Ausl e 144 all’Azienda ospedaliera); 499 a Modena (327 all’Ausl e 172 all’Azienda ospedaliera); 280 a Ferrara (177 all’Ausl e 103 all’Azienda ospedaliera); 165 all’Ausl di Imola.
Per gli infermieri, l’ultimo provvedimento è compreso negli accordi sottoscritti a settembre e novembre 2016 che prevedevano la stabilizzazione complessiva di 500 professionisti sanitari, in gran parte infermieri, programma che – secondo la Regione – sarebbe già stato realizzato in parte l’anno scorso e quest’anno.
Abbiamo scelto di investire sul personale, stringendo con i sindacati e i rappresentanti della dirigenza medica accordi importanti, conclusi tra l’altro in tempi rapidi. I risultati sono quelli che oggi presentiamo, e che siamo addirittura riusciti a incrementare rispetto a quanto ci eravamo prefissati. Non solo non vogliamo chiudere alcun ospedale - ha affermato l’assessore regionale alla Salute, Sergio Venturi – ma continueremo a lavorare fino all’ultimo per qualificare, specializzare, irrobustire ulteriormente la nostra sanità, rispettando un impegno preso a inizio mandato che stiamo mantenendo e rilanciando
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Numeri straordinari e che rendono bene l’idea di che cosa significa, per noi, investire sulla sanità pubblica, sul nostro sistema sanitario regionale - ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Lo abbiamo fatto da subito e non ci fermeremo, perché l’obiettivo è uno solo: dare ai cittadini servizi sempre migliori. E poiché la qualità di un sistema sanitario si fa anche a partire dalla quantità del personale, preparato e professionale, che ci lavora, siamo davvero orgogliosi di questo risultato, di portata unica in Italia
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