I livelli occupazionali dei laureati nelle Professioni Sanitarie rimangono sostanzialmente stabili, seppure con lievi fluttuazioni nel corso degli anni, attestandosi mediamente attorno al 77%. Tra le 22 professioni sanitarie sono quattro quelle che registrano un alto tasso occupazionale e con una media superiore al 76,8%: Terapista Neuro psicomotricità età evolutiva (81,0%), Tecnico di Neurofisiopatologia (81%), Igienista Dentale (80,7%) e Fisioterapista (80,5%) sono sempre ai primi posti della classifica occupazionale dopo gli studi universitari. Trovano lavoro, ampiamente sopra la media, anche il 78,6% dei Tecnici di Radiologia, il 77,7% degli Infermieri, il 77,2% delle Ostetriche e il 76,9% dei Logopedisti. Sono cinque invece le professioni che faticano maggiormente a trovare lavoro, registrando livelli decisamente più bassi: Tecnico Ortopedico (69%), podologo (66,7%), Dietista (57,5%), Tecnico di Fisiopatologia Cardiocircolatoria (57,4%) e Ortottista (56,9%).
Mastrillo: laureati delle Professioni Sanitarie primi per occupazione
È quanto emerge dal XXVI rapporto annuale sul “Profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati” elaborato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna. I dati relativi all'anno 2022 sono stati presentati lo scorso 13 giugno presso l'Università di Trieste in occasione dell'evento “Laureati e dimensioni internazionali: dall'università al mercato del lavoro”.
L'indagine, condotta sul 75,9% dei 16242 laureati di primo livello delle 22 professioni sanitarie, ha confermato che ancora una volta e solo per le discipline appartenenti a quest'area si è registrato il miglior livello occupazionale grazie all'elevata quota di neolaureati che si inseriscono direttamente nel mercato del lavoro.
Tali corsi di studi sono, infatti, abilitanti per l'esercizio della professione scelta. Inoltre, i laureati di quest'area, rispetto a quelli di altre discipline, tendono a rinviare il proseguimento di ulteriori studi universitari agli anni successivi e, spesso, mentre lavorano.
Il report, seppur abbia evidenziato buoni risultati, ha rilevato tuttavia un lieve calo della quota di occupati, pari a -1,7 punti percentuali rispetto all'anno precedente quando la media occupazionale era del 78,5%.
La differenza tra livelli occupazionali annuali – sottolinea Angelo Mastrillo, Docente in Organizzazione delle Professioni Sanitarie, Università di Bologna e Segretario della Conferenza Nazionale dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie - risulta decisamente più marcata soprattutto rispetto a 16 anni fa: la diminuzione è stata nel 2022 di ben 10 punti percentuali.
Nel 2007 infatti la quota di occupati ad un anno dalla laurea era dell'87%. Si segnala inoltre che le tendenze in calo hanno intensità differenti nelle diverse aree sanitarie.
L'area infermieristica ha registrato un calo importante, perdendo ben 2,2 punti percentuali in un anno. È passata infatti dal 79,9% al 77,7%. Perde punti anche l'area della Riabilitazione (-0,8) mentre quella Tecnica rimane sostanzialmente stabile (-0,2). La perdita maggiore nel livello occupazionale riguarda l'area della Prevenzione (-4,2), contrariamente all'aumento di +10,5 punti percentuali che aveva registrato dal 2020 al 2021, gli anni della pandemia.
Nello specifico, per l'anno 2022 risulta che su 12331 studenti che hanno conseguito la laurea, 9476 hanno trovato lavoro. Dall'analisi dei dati si evidenzia che tale calo è tuttavia minore rispetto al totale di tutti i 16 gruppi delle discipline universitarie che hanno registrato un calo più consistente, stimato in -2,1 punti percentuali. Se si considerano tutti i laureati di primo livello del 2022, che sono stati 153909 di cui il 73,9% ha partecipato all'indagine, risulta infatti che soltanto il 38,5% dei 43817 sono occupati. Il report documenta pertanto che in generale il numero di occupati è in calo in tutte le discipline. Soltanto il Servizio Sociale è in controtendenza, risultando in aumento di 2,1 punti percentuali. Rispetto al 43,5% dei laureati occupati nel 2021, quelli nel 2022 sono saliti al 45,7%.
Analizzando infine i valori medi pluriennali degli occupati di tutte le 22 professioni sanitarie nel corso degli ultimi 16 anni, quelle che hanno avuto livelli occupazionali migliori dal 2007 al 2022 sono cinque: Logopedista (86%), Igienista Dentale (85%), Fisioterapista (84%), Tecnico Audioprotesista (83%) ed Educatore Professionale (81%). Seguono il Podologo (79%) e il Terapista Neuro psicomotricità età avolutiva (78%). L'Infermiere, insieme al Tecnico Ortopedico, è all'ultimo posto tra i migliori livelli, con un 77%. Le restanti 13 professioni hanno registrato invece una media inferiore al 74%, tra cui l'Infermiere Pediatrico che, parimenti all'Assistente sanitario, si ferma al 63%.
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