Il disegno di legge Lorenzin sugli Ordini professionali non è bloccato, ma la commissione Affari sociali della Camera lo licenzierà la prossima settimana e in Aula a Montecitorio è previsto sia concluso entro la prima settimana di luglio.
Consiglio nazionale Ipasvi a Roma con gli interventi di Lorenzin, Gelli e De Biasi
Ad annunciarlo ai 103 presidenti del Collegi Ipasvi italiani è stato Federico Gelli, componente della commissione Affari sociali della Camera e “padre” della legge 24/2017 sulla responsabilità professionale, presente al Consiglio nazionale della Federazione degli infermieri proprio per spiegare la legge.
È il primo risultato a cui tengo moltissimo – ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenuta telefonicamente perché non a Roma al Consiglio nazionale -: il Ddl deve vedere rapidamente la luce perché avrà ripercussioni molto positive su tutte le professioni sanitarie. L’accordo – ha proseguito Lorenzin – era che si desse precedenza al provvedimento sulla responsabilità che è stato chiuso e ora la priorità deve essere il disegno di legge che porta il mio nome
.
Lorenzin ha anche indicato una seconda tappa importante da chiudere in fretta agli infermieri: quella delle competenze. Con la via che avevamo ipotizzato per sbloccare la situazione siamo ancora in stallo – ha detto il ministro – ma troveremo al più presto una strada per riaffermarle. Le competenze ci sono e sono un dato di fatto ormai in molte Regioni, fanno parte della vita dell’organizzazione del Servizio sanitario nazionale di tutti i giorni.
Lorenzin ha poi ringraziato gli infermieri per il supporto dato finora con grande professionalità e con il cuore che è componente fondamentale del vostro lavoro
, ha detto, a situazioni complesse come ad esempio quella dei vaccini e delle vaccinazioni.
Su questo argomento, parlando al Consiglio nazionale Ipasvi, Emilia De Biasi, presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, intervenuta per illustrare agli infermieri il provvedimento selle disposizioni anticipate di trattamento (il biotestamento), ha garantito grande attenzione nella conversione del decreto legge sull’obbligo vaccinale, alla struttura professionale che se ne deve occupare: Ne avete pieno titolo,
ha detto agli infermieri.
E il consiglio nazionale della Federazione Ipasvi ha approvato oggi un documento sui vaccini in cui la Federazione riconosce la necessità delle campagne vaccinali ed è pronta a contribuire in modo diretto attraverso i suoi professionisti all’informazione e all’educazione alla salute che deve essere la base di una nuova cultura della popolazione, in linea con la comunità scientifica nazionale internazionale che riconosce alle vaccinazioni un ruolo essenziale a livello di prevenzione e di lotta alle principali malattie diffusive.
La Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi – firmataria anche della Carta di Pisa sulle vaccinazioni negli operatori sanitari per riconoscere il valore della vaccinazione soprattutto tra i professionisti - sottolinea – si legge nel documento - la necessità che il suo ruolo, per ottenere i migliori risultati, tenda in termini di empowerment dei pazienti, a comunicare in modo intenzionale con l’assistito e agevolare così la scelta vaccinale.
Ed è pronta – conclude - a dare la massima collaborazione in termini di attività professionale e progettuale alle istituzioni preposte alla programmazione e assicura ai suoi assistiti e alla comunità scientifica la presenza attiva degli infermieri e assistenti sanitari, come sempre finora dimostrato nonostante le pesanti carenze di organici, per garantire di fa fronte ai bisogni dei pazienti.
Posizione netta del Consiglio nazionale anche contro la violenza sugli operatori
Il documento approvato dalla Federazione ritiene prioritaria l’istituzione di un Osservatorio nazionale articolato in tutte le Regioni sul fenomeno della violenza negli ambienti di ricovero e di assistenza che indichi la strada e gli strumenti per controlli rigorosi e continui e la possibilità di interventi immediati e decisi a tutela degli operatori e che stimoli attività di informazione, formazione e promozione in materia di sicurezza dell'attività di cura e tutela della salute mettendo in campo le attività necessarie alla valutazione del rischio, anche attraverso la collaborazione tra istituzioni pubbliche diverse, monitori i dati relativi a strutture e presìdi sanitari considerati a rischio. Per poter realizzare queste necessarie innovazioni e per poter elaborare la migliore strategia di tutela dei propri professionisti che nelle strutture a rischio rappresentano comunque oltre il 50% degli operatori – conclude - la Federazione e i Collegi provinciali dichiarano la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni sia a livello centrale che locale per contrastare e sconfiggere il fenomeno in argomento.
Per quanto riguarda la legge sulla responsabilità sanitaria, Federico Gelli ha annunciato che la prossima settimana sarà pronto il primo dei decreti previsti, quello sull’accreditamento delle società scientifiche che dovranno lavorare alle linee guida.
Illustrando la legge, Gelli ha spiegato che dagli anni ’90 fino a oggi, i professionisti sono stati posti sullo stesso livello della struttura e le consulenze gratuite degli avvocati, anche se vietate dal loro codice deontologico, hanno spinto il cittadino a sostituire quella che avrebbe dovuto essere un’alleanza terapeutica con chi si prende cura di lui, con le carte bollate. Ora, con la legge, la sicurezza della salute – ha detto – diventa parte integrante del diritto alla salute.
Per quanto riguarda il biotestamento invece, Emilia De Biasi che ne è anche relatrice, non ha avuto dubbi: No a tutti gli ostruzionismi,
ha affermato con forza. In settimana, ha ricordato, scade il termine per gli emendamenti in commissione e poi il provvedimento deve esse licenziato in fretta dall’Aula del Senato.
De Biasi ha sottolineato che l’ostruzionismo non può essere accettato e se dovesse continuare il provvedimento sarebbe rimesso alla conferenza dei capigruppo e inviato direttamente in Aula.
Per quanto riguarda gli infermieri, la senatrice ha affermato che la legge non deve prevedere un rapporto a senso unico medico-paziente, ma deve coinvolgere tutta l’équipe di cura – di cui gli infermieri sono parte dominante - e l’assistenza clinica fa parte a pieno titolo di questo coinvolgimento. La democrazia è bella anche perché decide – ha affermato -, abbiamo bisogno di confrontarci sì, ma non con un milione di emendamenti per contrastare il provvedimento: la scelta è un diritto del cittadino universalmente riconosciuto. Anche Giovanni Paolo II arrivato alla fine della sua vita ha detto ‘lasciatemi andare alla casa del Padre’
, ha concluso De Biasi.
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