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Contratti fermi da 9 anni, lavoratori del Lazio in presidio

di Redazione Roma

Con il Ccnl bloccato e l’alto prezzo pagato alla gestione pandemica, siamo di fronte ad una situazione senza pudore, tuonano Cgil Cisl Uil Fpl. Priorità su salari, diritti, organici e qualità del lavoro che deve essere tale per Aris e Aiop. Chiediamo l’immediata apertura del confronto oppure non ci fermeremo.

Lazio, lavoratori Rsa e centri riabilitazione in presidio il 9 e 12 luglio

Lazio, Cgil Cisl Uil: Contratti fermi da 9 anni, una vergogna. In piazza davanti ad Aris e Aiop per i salari, i diritti e la qualità del lavoro.

Con un Contratto collettivo nazionale di lavoro bloccato da nove anni e un prezzo molto alto pagato alla gestione della pandemia, siamo ancora di fronte ad una situazione scevra da qualsiasi pudore. Salari, diritti, organici, qualità del lavoro: vogliamo subito l’apertura del confronto oppure non ci fermeremo.

Parole di Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali di categoria Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio, che convocano i lavoratori dei Rsa, dei centri di riabilitazione e delle strutture sociosanitarie a scendere in piazza venerdì 9 luglio davanti alla sede nazionale e regionale dell’Aris (l’Associazione religiosa istituti socio sanitari), in largo della Sanità Militare, e lunedì 12 luglio davanti a quella dell’Aiop (l’Associazione italiana ospedalità privata), in via Lucrezio Caro, per il rinnovo del contratto.

Dunque, la mobilitazione – nell’ambito di una vertenza che interessa i contratti nazionali – parte dal Lazio, precisamente dalla capitale. Incalzano i segretari regionali di categoria: L’attesa è divenuta irriverente nei confronti del sacrificio chiesto a questi operatori. Aris e Aiop non possono evitarci. Siamo pronti a mettere in atto ogni iniziativa volta a costringere le associazioni datoriali della regione, tra le più rilevanti nel contesto nazionale, a intervenire per avviare il negoziato.

Ma quali sono le motivazioni alla base della mobilitazione? Retribuzioni congelate al 2012, dumping salariale, contratti pirata, buchi negli organici e situazioni di sfruttamento del lavoro – è la replica – quella delle strutture sanitario-assistenziali rappresenta una realtà che mortifica la dignità di lavoratrici e lavoratori che, quotidianamente, si prendono cura degli utenti più fragili. E che non di rado si devono sostituire anche alle famiglie a causa delle limitazioni alle visite. E ancora, condizioni pessime e sempre al ribasso, a partire dalle buste paga, ma anche dalle dotazioni organiche non adeguate, con interi reparti sguarniti, attività assistenziali a carico dei lavoratori raddoppiate rispetto alle norme di legge, contingentamenti e vessazioni.

Cenciarelli, Chierchia e Bernardini sostengono poi che l’insidia dei requisiti pone a serio rischio la qualità dei servizi di assistenza, al pari della tenuta degli operatori, che devono sostenere turni sfibranti, riposi e ferie saltate, enormi carichi di lavoro.

La richiesta formulata dai segretari regionali di categoria è chiara: Vogliamo un contratto degno di questo nome e politiche di assunzione capaci di fornire il giusto valore alla professionalità e all’impegno. Aggiungendo: Continueremo ad incalzare Aris Lazio e Aiop, ma chiediamo che anche la Regione esca dal silenzio e faccia la sua parte per sbloccare la situazione. Urge un intervento forte per aprire il tavolo di confronto nazionale.

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