In ospedale un reparto senza medici, gestito solo da infermieri, non si può fare. Il Consiglio di Stato ha bocciato l’unità di degenza infermieristica che la giunta regionale aveva “varato” nel 2015 per l’ospedale di Perugia: di fatto un reparto di 12 posti letto, per attività di riabilitazione o situazioni non gravi, in cui operano soltanto infermieri e con i medici “a distanza” a coordinare il lavoro. Una decisione criticata all’epoca dai sindacati dei medici dato che non appariva chiara la gestione del paziente e dopo la quale è stato deciso di presentare ricorso (la battaglia in tribunale era iniziata sette anni fa).
Reparti gestiti da infermieri, CIMO: siano in capo ai medici
Una sentenza destinata a fare giurisprudenza, quella adottata dal Consiglio di Stato che boccia le Unità di Degenza Infermieristica (UDI) attivate dall'Azienda Ospedaliera di Perugia. La sentenza, con cui termina una lunga azione legale avviata in Umbria dai sindacati Cimo e Aaroi, mette infatti nero su bianco che al personale medico compete la gestione del percorso terapeutico e clinico del paziente, mentre alla struttura infermieristica spetta il compito di attuare il percorso propriamente assistenziale
, definendo illogica e ingiustificata
la confusione
creata dall'ospedale di Perugia tra personale medico ed infermieristico, a cui era stata affidata la gestione dei pazienti ricoverati nelle UDI (ovvero pazienti in fase post-acuta che necessitano di assistenza prima del ritorno a casa).
Ancora una volta, richiamando il quadro normativo di riferimento, si sottolineano le peculiarità della professione medica e della professione infermieristica, che non possono essere sovrapposte, confuse o sostituite - commenta il presidente della Federazione CIMO-FESMED Guido Quici - La sentenza del Consiglio di Stato, quindi, ci porta a combattere con ancora maggiore fermezza le nostre battaglie contro lo sconfinamento di altre professioni nel campo dei medici, vigilando attentamente sull'istituzione di reparti e ospedali a gestione infermieristica, a partire dai neonati Ospedali di Comunità. Non si tratta della mera tutela degli interessi di una categoria, ma di un'attenzione tenace per la sicurezza delle cure e la tutela della salute dei pazienti
.
Il sindacato dei medici, cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED, evidenzia anche un altro passaggio fondamentale della sentenza, che dichiara legittima l'azione legale delle associazioni sindacali su questioni correlate alla tutela delle corrette modalità dell'espletamento dei servizi, incidenti sull'organizzazione del lavoro dei medici e degli infermieri
. Un passaggio - conclude Quici - che legittima l'azione sindacale anche su questioni organizzative, che precedentemente erano state messe in discussione da più parti
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HENRIETTA
3 commenti
..mentre in Lombardia....
#1
Buongiorno,
non mi stupisce questa sentenza: formalmente corretta. In Lombardia invece si pensa di utilizzare il personale infermieristico per sostituire il MMG (e valgono comunque gli stessi principi della sentenza citata).
La cosa più triste è che ci siano degli infermieri che si sono sentiti lusingati nel "non svolgere" la loro professione ma quella di un altra figura.
Purtroppo gli infermieri non hanno ancora ben chiaro quale sia il loro ruolo e che sono dei professionisti tanto quanto le altre figure.
Non sembra che la situazione stia migliorando.