La situazione degli infermieri a Brescia è critica e lo è da tempo. Gianmarco Pollini, segretario generale della Cisl Fp, ha espresso tutto il suo disappunto in un’intervista al Corriere della Sera Brescia, dichiarando senza mezzi termini: Ci sono infermieri che si sono licenziati per disperazione. Questo non è accettabile.
La denuncia della Cisl Fp Brescia
Le parole di Pollini mettono in luce non solo il disagio di chi opera in un contesto sempre più difficile, ma anche l’urgenza di un intervento per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari.
Tra i problemi principali vi è il sovraccarico lavorativo, aggravato da una gestione spesso carente. In molte strutture, gli infermieri devono far fronte a reperibilità che arrivano a superare le 10-14 al mese, con turni che lasciano poco spazio alla vita personale. La situazione è particolarmente grave nelle sale operatorie, dove, come sottolinea Pollini, è indispensabile avere personale qualificato. "Non puoi mettere chiunque dopo un concorso," afferma, evidenziando la necessità di formazione specifica per questi ruoli.
A peggiorare il quadro vi è la mancata fruizione delle ferie, con reparti in cui alcuni infermieri accumulano fino a due anni di ferie arretrate. Una condizione che mina la qualità della vita e il benessere psicofisico di chi lavora.
Un altro tema centrale riguarda l’età pensionabile. Pollini ha sottolineato quanto sia difficile per gli infermieri continuare a lavorare fino a 65 o 70 anni, chiedendo che questa professione venga riconosciuta come lavoro gravoso. Il problema è particolarmente sentito nelle Case di riposo, dove la maggioranza del personale è composta da donne, spesso fisicamente sfiancate dalle attività richieste.
Mentre si discute il rinnovo del contratto del personale infermieristico, le aspettative sono tutt'altro che rosee. Secondo la Cisl, l’aumento salariale proposto, pari al 4%, è ben lontano dal 15% richiesto per recuperare i mancati adeguamenti e l’inflazione. "Non c’è soddisfazione per la bozza presentata dal governo," conclude Pollini, evidenziando l’urgenza di un accordo che valorizzi realmente il lavoro svolto dai professionisti della sanità.
La situazione descritta a Brescia riflette una problematica diffusa in tutta Italia. Intervenire ora è essenziale per garantire non solo condizioni di lavoro dignitose, ma anche la continuità di un sistema sanitario che poggia sul lavoro e sul sacrificio quotidiano degli infermieri e degli operatori sanitari.
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