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Biotestamento: Ok della Camera alla legge in prima lettura

di Redazione

Primo via libera del Parlamento al testamento biologico. Con 326 sì, 37 no e 4 astenuti, l'aula della Camera ha approvato le norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento (Dat). Rifiutare le cure per i pazienti diventa un diritto. Vietato l'accanimento terapeutico. Ok all'obiezione di coscienza per i medici che non sono disposti a "staccare la spina".

Biotestamento: Ok della Camera alle Dat, ma senza registro nazionale

È stata approvata in prima lettura nel tardo pomeriggio di oggi, giovedì 20 aprile 2017, a Montecitorio la legge sul testamento biologico. Dopo un primo esame in un'aula semivuota a marzo e dopo un periodo in cui si è discusso molto del confine tra accudimento e accanimento, a partire dal caso di Dj Fabo, morto in Svizzera con il suicidio assistito

Nel testo non è stato inserito il Registro nazionale delle Dat per mancanza di copertura. Il Pd ha però già depositato un ordine del giorno, a prima firma Franco Vazio, che impegna il Governo ad individuare gli strumenti normativi più adeguati ed urgenti per dare soluzione alle problematiche descritte in premessa. Le Regioni potranno invece istituire propri archivi informatici per la raccolta e gestione dei dati.

L'articolo 3, il cuore della legge sul testamento biologico, prevede che le Dat saranno vincolanti per il medico a meno che appaiano manifestamente inappropriate o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente, oppure qualora sussistano terapie non prevedibili o non conosciute dal disponente all'atto della sottoscrizione, capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita.

Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e volere, in previsione di un'eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso le Dat, esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali.

Si potrà indicare anche una persona di fiducia, che rappresenterà il malato nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. Al fiduciario sarà rilasciata una copia delle Dat, redatte con atto scritto o con videoregistrazione.

Le Dat, oltre che per atto pubblico, possono essere redatte per scrittura privata, purché sia "autenticata" ovvero "consegnata personalmente dal disponente presso l'Ufficio dello Stato civile del Comune di residenza, che provvede all'annotazione in apposito registro, ove istituito, oppure presso le strutture sanitarie".

È stato poi precisato che "nei casi in cui ragioni di emergenza ed urgenza impedissero di procedere alla revoca delle Dat" redatte da persona con disabilità "possono essere revocate con dichiarazione verbale raccolta o videoregistrata da un medico, con l'assistenza di due testimoni".

La pianificazione condivisa delle cure

Secondo l'articolo 4 della legge sul testamento biologico il medico e l'équipe sanitaria sono tenuti ad attenersi a quanto stabilito nella pianificazione delle cure qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità. La pianificazione può essere aggiornata al progressivo evolversi della malattia su richiesta del paziente o su suggerimento del medico.

Con l'approvazione della legge sul testamento biologico un passo fondamentale è stato fatto per l'applicazione dell'articolo 32 della Costituzione secondo il quale nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario. Un diritto costituzionale che finalmente, con questo provvedimento, diventa dovere per il sistema sanitario nazionale.

Lo ha detto Pia Locatelli, capogruppo del Psi alla Camera e coordinatrice dell'Intergruppo parlamentare per il fine vita, intervenendo per dichiarazione di voto sulle Disposizioni anticipate di trattamento. Abbiamo lavorato per quasi un anno per ottenere la calendarizzazione del provvedimento e un altro in Commissione per avere un testo condiviso.

Il risultato è il frutto dell'impegno di forze politiche diverse, di un lavoro trasversale, come a volte avviene sui temi etici e apprezziamo che il governo abbia lasciato al Parlamento la piena responsabilità della legge. Siamo però solo a metà percorso. Ci aspetta un passaggio al Senato che sarà forse ancora più arduo. Speriamo di non arrivare alla fine della legislatura a mani vuote. Il Paese non ce lo perdonerebbe, ha concluso.

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