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politica

Autonomia differenziata, si discute in Senato il Ddl Calderoli

di Monica Vaccaretti

Si è avviata il 16 gennaio la discussione in Senato del disegno di Legge Calderoli sull'autonomia differenziata che definisce le procedure legislative ed amministrative da seguire per giungere ad una intesa tra Stato e Regioni che richiedono maggiori autonomie con il trasferimento delle funzioni di governo su materie importanti.

L’autonomia differenziata arriva in Senato, ma è scontro

aula del senato

Avviata la discussione in Senato del Ddl Calderoli sull'autonomia differenziata.

Al testo di 11 articoli, che approda in Aula di Palazzo Madama modificato dalla Commissione Affari Costituzionali, sono stati presentati circa 400 emendamenti. Il Ddl stabilisce innanzitutto la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) - da erogare con appropriatezza, congruità ed efficienza e da aggiornare periodicamente - nonché dei relativi costi e fabbisogni standard su 23 materie di competenza esclusiva:

  • giustizia di pace
  • tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali
  • tutela e sicurezza del lavoro
  • istruzione
  • ricerca scientifica e tecnologia e sostegno all'innovazione per i settori produttivi
  • tutela della salute
  • alimentazione
  • ordinamento sportivo
  • governo del territorio
  • porti e aeroporti civili
  • grandi reti di trasporto e di navigazione
  • ordinamento della comunicazione
  • produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia
  • valorizzazione dei beni culturali ed ambientali e promozione ed organizzazione di attività culturali

Sul Disegno di legge esprimono preoccupazione le opposizioni che promettono battaglia in quanto una simile riforma a regime andrebbe a penalizzare soprattutto le regioni del Mezzogiorno che hanno meno risorse.

Si oppongono fortemente all'autonomia differenziata anche molte associazioni ed organizzazioni che fanno appello al Governo perché fermi questa deriva, portando piuttosto a compimento riforme che riducano le differenze tra i territori.

Nel disegno di legge è contenuta un'idea di autonomia territoriale competitiva, concorrente e appropriativa, spiega Antonio Russo, vicepresidente delle Acli che si dicono contrarie in quanto, una volta approvata, genererebbe una forma di Stato non più unitaria.

La possibile attribuzione di queste autonomie differenziate alle Regioni modificherebbe di fatto l'identità del Paese, abbandonandone una parte ad un ritardo incolmabile che istituzionalizzerebbe le disuguaglianze già evidenti, conclude.

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