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Sentenza

Appello-bis, assolta l'ex infermiera Daniela Poggiali

di Redazione

Niente ergastolo per Daniela Poggiali, anzi, assoluzione. Colpo di scena alla Corte di assise di appello di Bologna durante il processo d'appello bis per la 46enne ex infermiera accusata di aver ucciso con un'iniezione di potassio la paziente Rosa Calderoni, 78 anni, morta l'8 aprile 2014. L'assoluzione, in riforma della sentenza di primo grado che la condannava all'ergastolo, è stata pronunciata perché "il fatto non sussiste" per quanto riguarda il contestato omicidio della paziente e per "non aver commesso il fatto" per quanto riguarda il contestato peculato per le due fiale di potassio.

Morti sospette in ospedale a Lugo, Daniela Poggiali assolta all'appello bis

È stata giudicata non colpevole dalla Corte di assise di appello Daniela Poggiali, così come era accaduto nel luglio 2017. Per lei era stato chiesto l'ergastolo nel 2016 e la stessa richiesta è arrivata anche nella mattinata di giovedì 23 maggio 2019 dal rappresentate della pubblica accusa, il pg Luciana Cicerchia.

Ma, con diverse formule, la Corte l'ha assolta sia dall'omicidio che dal peculato per il possesso di potassio. La Corte ha anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura per valutare la posizione di alcuni testimoni, in relazione ai reati di false dichiarazioni e calunnia.

Per chi sa aspettare, la verità viene fuori, sempre, è stato il commento dopo la lettura del dispositivo da parte della donna, che si era sempre detta innocente.

Con questa assoluzione, però, non finiscono le vicende giudiziarie di Poggiali: il deposito delle motivazioni - previsto fra trenta giorni - potrebbe essere ancora una volta impugnato dalla Procura generale.

E ancora: due condanne, entrambe passate in giudicato, per furti in corsia a degenti o a persone che li assistevano e il licenziamento dall'Ausl Romagna, con sentenza passata in giudicato, per vilipendio di cadavere in seguito alle due fotografie che ritraggono l'ex infermiera sorridente coi pollici alzati accanto a una paziente appena morta: su questo la radiazione pronunciata dall'ordine ravennate degli infermieri è stata appellata e ancora pendente.

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I fatti risalgono all’8 aprile 2014 quando la 78enne Rosa Calderoni morì all'ospedale Umberto I di Lugo dopo poche ore dal ricovero. A marzo 2016 il primo grado finì con la condanna all'ergastolo, ma nel luglio 2017 la sentenza fu ribaltata e l’imputata scarcerata ritenendo più plausibile la morte naturale della Calderoni. Nel luglio 2018 la Cassazione bocciò però l'assoluzione rinviando ad un appello-bis.

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