Due dipendenti dell'Asl di Lecce sono state licenziate per giusta causa, una per assenteismo e l'altra per furto. Un caso riguarda un'infermiera, in servizio presso il distretto socio-sanitario di Maglie, che non si è ripetutamente presentata al lavoro, senza mai fornire alcuna giustificazione per le assenze. In precedenza, un’operatrice socio-sanitaria era stata licenziata dopo un’indagine che l’aveva coinvolta in reati di furto aggravato e utilizzo illecito di carte di credito.
Lecce, provvedimenti disciplinari per un'infermiera e una oss
Un’infermiera in servizio presso il distretto socio-sanitario di Maglie, in provincia di Lecce, è stata licenziata per giusta causa a seguito di ripetute assenze ingiustificate. La professionista, già destinataria di una sospensione di cinque mesi, non ha modificato il proprio comportamento, portando la Asl a procedere con il licenziamento disciplinare.
Il provvedimento è arrivato dopo un nuovo procedimento disciplinare, durante il quale sono state verificate assenze non giustificate nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 4 settembre 2024, e dal 13 al 19 settembre dello stesso anno.
In base alla normativa vigente, un’assenza ingiustificata per più di tre giorni in due anni, o di sette giorni in dieci anni, può portare al licenziamento. Nel caso specifico, il superamento del mese di assenza solo nel 2024 ha reso inevitabile la misura.
L’infermiera, con oltre dieci anni di servizio, ha ricevuto un preavviso di quattro mesi, con il termine del rapporto di lavoro fissato per il 31 maggio 2025. Contestualmente, l’Ufficio trattamento economico della Asl dovrà recuperare le somme percepite indebitamente per i giorni in cui la professionista risultava assente.
Assenteismo e procedimenti disciplinari: un fenomeno non isolato
Il caso dell’infermiera di Maglie non è un episodio isolato. La Asl Lecce ha segnalato in passato altri comportamenti simili, sottolineando come l’assenza ingiustificata non sia sempre frutto di negligenza occasionale, ma talvolta di una sottovalutazione delle conseguenze disciplinari.
Non si tratta dei cosiddetti "furbetti del cartellino", ma di lavoratori che, forse convinti che il licenziamento nel pubblico impiego sia difficile da applicare, omettono di giustificare le loro assenze. Tuttavia, la giurisprudenza è chiara: la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26938 del 17 ottobre 2024, ha ribadito la legittimità del licenziamento disciplinare nei casi di assenze ingiustificate.
Precedenti in Asl Lecce: il caso dell’operatrice socio-sanitaria
Non è la prima volta che la Asl Lecce adotta misure drastiche nei confronti del proprio personale. In precedenza, un’operatrice socio-sanitaria era stata licenziata dopo un’indagine che l’aveva coinvolta in reati di furto aggravato e utilizzo illecito di carte di credito.
I fatti, avvenuti nel pronto soccorso del Dea di Lecce (nel 2022), avevano evidenziato episodi di sottrazione di denaro e beni personali ai danni di pazienti in gravi condizioni di salute.
Le indagini, avviate a seguito di denunce, avevano portato alla scoperta di prelievi non autorizzati e di furti di oggetti preziosi. La dipendente era stata sospesa e successivamente licenziata a seguito del procedimento disciplinare.
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