Mancanza di personale e infermieri costretti a coprire tutti i buchi: tra chi lo chiama demansionamento e chi deprofessionalizzazione, ciò che resta è che si tratta di un argomento del quale si parla tutti i giorni, da troppo tempo. Realtà che si vive anche all'Asl di Brindisi, dove il personale infermieristico è costretto ad operare con una pesante carenza di organico rispetto agli eccessivi carichi di lavoro.
Mancano gli Oss e gli infermieri non ce la fanno più: A Brindisi è il caos
Troppe volte si è parlato dei problemi derivanti dalla mancanza di personale di supporto per il personale infermieristico. Nonostante l’evoluzione della professione, la dirigenza continua a ritenere il professionista dell’assistenza infermieristica una figura marginale. Se chiedessimo a diversi personaggi - cittadini, dirigenti, medici etc.etc - di descrivere i compiti o responsabilità degli infermieri, è fuor di dubbio che l’assistenza alberghiera comparirebbe in modo quasi unanime. Indipendentemente dall’opinione che ognuno può avere è innegabile che la figura infermieristica sia un punto cardine nei processi curativi-assistenziali.
L’Asl di Brindisi è l’ultima che si aggiunge alla cronica carenza di personale socio sanitario che da Nord a Sud ormai interessa tutti. La questione brindisina è leggermente differente, in quanto il piano di rientro della regione Puglia ha praticamente chiuso (in attesa di riconversione) tutti gli ospedali periferici lasciando al solo Perrino l’arduo compito di rispondere alla domanda della salute pubblica.
Come possiamo immaginare l’ospedale dal punto di vista assistenziale è praticamente imploso. Il personale infermieristico si trova a dover fronteggiare - come si legge in una nota della CGIL - un'evidente insufficienza di posti letto ed il relativo sovraffollamento del Pronto soccorso, dei reparti di degenza e delle terapie intensive.
Queste situazioni hanno messo letteralmente in ginocchio la professionalità, lo spirito di sacrificio e di abnegazione di tutto il personale infermieristico, che è costretto ad operare con una pesante carenza di organico rispetto agli eccessivi carichi di lavoro. Se a questo quadro drammatico si aggiunge addirittura la grave carenza o, in molti casi, la totale assenza di personale di supporto (Oss), vi lasciamo capire che gli Infermieri non solo “operano” in condizioni di cattività, ma sono stati letteralmente abbandonati a loro stessi ed il tutto, purtroppo, si ripercuote negativamente sull’assistenza diretta ai pazienti.
Il paradosso degli OSS
Gli infermieri sono gli unici professionisti che sanno coniugare il binomio forma e sostanza. E valga ancora di più quando sono “costretti” a farlo per spirito di abnegazione, se le loro alternative vengono a mancare a causa di croniche assenze causate da decisioni manageriali errate.
Ma il paradosso è dietro l’angolo, perché, spiega sempre la CGIL FP: In tutta la ASL di Brindisi sono in organico soltanto 18 Operatori Socio Sanitari, dei quali molti non idonei ai turni di notte. In pianta organica ne sono previsti 75, altro segnale di quanto poca importanza venga data a questa figura e di conseguenza agli infermieri
.
Stress lavorativo e demansionamento. Il giudice dà ragione agli Infermieri
La CGIL di Brindisi non si è limitata a segnalare il problema, ma attraverso la propria struttura legale ha avviato cause legali contro la deprofessionalizzazione del personale infermieristico, passando agli onori della cronaca per essere stati i primi in Puglia ad ottenere ragione in sede legale.
Nonostante ciò la dirigenza continua a non assumere il personale di supporto, costringendo il personale a compiti sempre meno attinenti al proprio profilo professionale. Questa situazione, conclude il sindacato, è diventata insostenibile, bisogna ridare dignità alla figura infermieristica e favorire la migliore assistenza possibile ai cittadini, quindi la presenza degli Oss diventa determinante.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?