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Asl Biella replica al Nursing Up: no a strumentalizzazioni

di Redazione Roma

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Ribadendo la propria completa e costante disponibilità al confronto, la direzione dell’Azienda sanitaria replica con forza alle critiche mosse dal sindacato, definendo i contenuti del comunicato diramato dal Nursing Up fondati su presupposti errati, a danno della fiducia dei cittadini e della qualità professionale espressa dagli operatori del Pronto soccorso.

Carenza di personale sanitario in Piemonte

A distanza di poche ore dal “j’accuse” del Nursing Up – il quale, attraverso un comunicato, ha evidenziato che presso il Nuovo Ospedale degli Infermi di Biella la mancanza di sanitari ha portato il rapporto infermieri/letti presso l’Obi ad avere un solo infermiere dedicato per 15 letti disponibili – arriva la replica dell’Azienda sanitaria. Con una nota, la direzione dell’Asl tiene a precisare che il comunicato del sindacato si basa su presupposti errati, a danno innanzitutto della fiducia dei cittadini e della qualità professionale espressa dagli operatori del Pronto soccorso di Biella ed è conseguentemente lesivo della reputazione dell’Asl Biella, che la stessa si riserva di tutelare. Definendolo, senza mezzi termini, un attacco strumentale e privo di elementi costruttivi di realtà.

A lanciare il grido d’allarme erano stati Claudio Delli Carri e Marco Attivissimo, rispettivamente segretario regionale e dirigente territoriale Nursing Up Piemonte, che rivolgendosi alla Regione hanno chiesto un segnale forte per mettere fine a questa situazione in cui le norme nazionali sulla gestione dei Dea e del sovraffollamento vengono con tanta leggerezza derogate, partendo da un concreto e realizzabile piano assunzioni. Da parte sua, l’Azienda sanitaria biellese fa presente che quanto ad assunzione di infermieri, la stessa è emersa con il dato migliore in termini proprio di numero di assunzioni, precisando altresì che il confronto con i sindacati è oggi più che mai valore importante e imprescindibile, soprattutto in un momento storico come questo post pandemia, non semplice e soggetto a continui cambiamenti per tutte le aziende sanitarie in Piemonte come in Italia.

Quindi l’Azienda dettaglia sul rapporto, citato ancora nel comunicato di Nursing Up, che vede 1’infermiere ogni 2 letti: «È un dato che non trova riscontro in nessun Pronto soccorso italiano, perché semmai si riferisce alle rianimazioni e terapie intensive. Il Pronto soccorso di Biella ha 9 posti dedicati a osservazione breve intensiva e non 15, in quanto il numero è fissato a livello regionale in base alla popolazione residente. L’Obi ospita pazienti che hanno ancora in corso accertamenti diagnostici o che non sono ancora stabilizzati. Altri 5 posti sono da sempre dedicati alla bassa intensità e accolgono in genere pazienti in attesa di ricovero. In questa sala erano collocate barelle che sono state sostituite circa due anni fa con l’avvento del Covid con letti, al fine di offrire un maggior comfort ai pazienti, in un’ottica di umanizzazione del servizio e accoglienza».

E ancora, restando sui numeri l’Azienda puntualizza che nel Pronto soccorso di Biella risultano oggi in servizio sulle 24 ore 36 sanitari del comparto, di cui 19 infermieri, 9 Oss (negli ultimi due anni l’organico degli operatori socio sanitari è stato incrementato di due unità), 6 tecnici di radiologia e dal lunedì al venerdì il coordinatore infermieristico e un infermiere dedicato alla gestione delle dimissioni complesse. Undici sono i medici in turno sempre sulle 24 ore, a cui si aggiungono gli specialisti in consulenza. L’ospedale di Biella è dotato inoltre di un servizio esternalizzato dei trasporti dei pazienti, per la movimentazione all’interno del Pronto Soccorso e verso le altre strutture del presidio.

Pertanto, chiosa l’Asl Biella, questioni organizzative non possono essere discusse e gestite tramite il botta e risposta di comunicati stampa, confermando allo stesso tempo la piena disponibilità ad un ulteriore occasione di dialogo e approfondimento sia con Nursing Up sia con le altre organizzazioni sindacali.

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