Presso l’area vasta della Romagna la decrescita di professionisti sanitari disponibili è stata, nel 2022, pari a 700 unità e si stima che a Ravenna manchino, fra settore pubblico e privato, circa 450 infermieri. Un quadro a tinte fosche al quale si può rimediare soltanto attraverso un percorso di differenti azioni per valorizzare la professione
, spiega il presidente dell’Opi, Alex Zannoni.
Allarme carenza infermieri, a Ravenna ne mancano 450
Sono stimabili in 30mila gli infermieri che oggi lavorano in Emilia-Romagna, ma secondo le stime la carenza oscilla fra i 4.500 e i 5mila professionisti sanitari. La stessa Fnopi, sottolineando più volte il tema della carenza di operatori, è stata netta in merito a possibili soluzioni poco concrete.
Non c’è margine per discutere di palliativi. Occorrono risposte strutturali
, le parole della presidente Barbara Mangiacavalli. Ad oggi, però, la soluzione non si scorge. Basti pensare che i posti disponibili per il corso di laurea in Infermieristica non vengono mai coperti (e durante l’ultimo anno accademico le iscrizioni sono calate del 9,2%).
I dati di iscrizione all’Ordine degli infermieri di Ravenna ha, invece, un trend di sottile e costante crescita, ma come conseguenza di una mobilità attiva da altre province, in particolar modo dal sud e dall’estero, di chi viene qui a lavorare
. Così il presidente dell’Opi Ravenna, Alex Zannoni. Che tratteggia un futuro più roseo solo mediante un percorso di più azioni per valorizzare la professione infermieristica
.
Non può essere altrimenti per un lavoro nel quale il numero chiuso nei corsi non risulta particolarmente vincolante e anche i posti a bando sono sempre superiori a chi vuole intraprendere la professione
. Di certo una parte della problematica è contrattuale, considerando che gli infermieri italiani sono tra i meno pagati d’Europa.
Lo scorso mese il presidente dell’Opi Forlì-Cesena, Marco Senni, lamentava: All’interno della nostra provincia mancano circa 400 infermieri, figura professionale sulla quale sono fortemente centrate le sfide dettate dal Pnrr
. Non esimendosi dall’affermare poi che i percorsi di carriera esistono solo nella direzione del management e ancora troppo poco, per non dire nulla, si è fatto sullo sviluppo di carriera professionale
.
Tornando all’Opi di Ravenna, le proposte concrete – insieme alla richiesta di aumento di stipendio – sono, in particolare, la possibilità di esercizio della libera professione extramoenia, il riconoscimento della figura dell’infermiere di famiglia/comunità, e anche adottare una serie di provvedimenti contro le aggressioni (fisiche e verbali) sul posto di lavoro, che colpiscono in media in un anno un terzo dei professionisti sanitari, il 33%, ovvero circa 130mila casi, con un “sommerso” non denunciato all’Inail di circa 125mila casi ogni dodici mesi (il 75% delle aggressioni riguarda donne).
C’è tanto da fare, evidenzia Zannoni, soprattutto bisogna operare sul piano formativo
. E pertanto la necessità è quella di completare il percorso di formazione universitaria infermieristica con l’istituzione delle lauree magistrali ad indirizzo clinico e delle scuole di specializzazione adeguandole al fabbisogno del sistema salute.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?