Nel 2024, l’Ausl Romagna ha registrato il numero più alto di dimissioni in Romagna, con 270 cessazioni. Di queste, il 45,5% è attribuibile a pensionamenti, ma a preoccupare sono le 112 dimissioni volontarie, pari al 41,5% del totale.
Le cause dell'esodo
In tutta la Romagna, il fenomeno ha coinvolto complessivamente 661 operatori, con 255 dimissioni volontarie, in aumento rispetto alle 216 registrate nel 2023. Secondo Luca Lanzillotti, segretario della Uil Fpl Ravenna, molti operatori sanitari lasciano il servizio pubblico per cercare migliori condizioni lavorative e una maggiore valorizzazione. I lavoratori si trovano ad affrontare turni insostenibili, ferie arretrate e difficoltà a ottenere giornate di riposo,
ha dichiarato.
Queste criticità, unite a una gestione del personale ritenuta poco sostenibile, spingono molti professionisti a scegliere altre opportunità lavorative. Il problema coinvolge diverse figure professionali, dagli infermieri agli operatori socio-sanitari, fino al personale amministrativo e tecnico.
Dimissioni in tutte le province romagnole
Il fenomeno non è limitato a Ravenna ma interessa tutta la Romagna. Nel 2024 si contano:
- Rimini: 64 dimissioni su 176 (36,4%).
- Forlì: 47 dimissioni su 111 (42,3%).
- Cesena: 32 dimissioni su 104 (30,8%).
A questi numeri si aggiungono i dati del 2023, che registravano 212 dimissioni volontarie su un totale di 611 cessazioni, segnalando un trend in crescita. Lanzillotti sottolinea l’urgenza di interventi mirati per contrastare il fenomeno, tra cui:
- Assunzioni immediate: utilizzare le 50 nuove posizioni destinate a Ravenna, attingendo dai laureati di novembre.
- Rinnovo del contratto collettivo nazionale, fermo al triennio 2019-2021.
- Miglioramento delle condizioni lavorative attraverso una gestione più efficace e accordi di secondo livello.
Servono misure che aumentino il benessere dei lavoratori e rendano il sistema più attrattivo per i nuovi professionisti,
ha concluso.
La crescente carenza di personale sanitario in Romagna rappresenta una sfida importante per il sistema sanitario pubblico. Solo con interventi strutturali e una maggiore attenzione al benessere dei lavoratori sarà possibile affrontare questa crisi e garantire servizi adeguati ai cittadini.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?