Le aggressioni contro gli operatori sanitari in Toscana sono in costante crescita. I dati dell'osservatorio istituito dalla Regione nel 2018 offrono una triste e incontrovertibile conferma. Gli anni di pandemia hanno visto un'accelerazione del problema, così se nel 2020 risultavano 752 casi denunciati, di cui 561 attacchi verbali e 191 fisici, nel 2021 gli episodi sono saliti a 817 (591 verbali e 226 fisici), per esplodere nel 2022 fino a 1.258 (935 verbali e 323 fisici).
Fenomeno in crescita, Regione: entro tre mesi un pacchetto di misure
Nel 2023 solo nel primo trimestre sono state segnalate 404 aggressioni. Insomma, anche scomponendo i dati si riscontra un aumento di entrambe le componenti, per quanto sia da segnalare lo sforzo statistico nell'ultimo periodo di far emergere il fenomeno nella sua interezza.
Numeri e riflessioni che hanno tenuto banco durante una recente seduta della commissione Sanità, a cui ha preso parte l'assessore regionale al Diritto alla Salute, Simone Bezzini, assieme ai funzionari della Giunta.
In base a quanto segnalato dalla Regione nel rapporto del proprio osservatorio, a risaltare è soprattutto un elemento: a fare le spese degli attacchi sono soprattutto gli infermieri, seguiti dagli operatori sociosanitari e dai medici.
Il setting più a rischio si conferma il Pronto soccorso, seguito dai reparti di psichiatria, dal settore dipendenze, dall'area Cup e quella materno infantile. Non solo. Il 7-8% di tutti gli infortuni in sanità si devono proprio alle aggressioni sul lavoro.
È fondamentale avere una conoscenza del fenomeno sotto l'aspetto quantitativo e anche qualitativo
, ha spiegato Bezzini che nel ricordare le misure già messe in atto dal servizio sanitario regionale in termini di linee di indirizzo, percorsi formativi, campagne di comunicazione ha promesso l'adozione entro tre mesi di un nuovo pacchetto di misure concrete per contrastare il fenomeno.
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