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Aggredisce infermiere e scappa dal reparto Covid

di Redazione Roma

È accaduto all’ospedale San Camillo, dove un 44enne positivo al Covid-19 è fuggito dal reparto, aggredendo alcune infermiere che cercavano di fermarlo e distruggendo diverse apparecchiature in dotazione alla struttura. L’uomo, che nel frattempo era arrivato a Ladispoli, è stato denunciato a piede libero.

Continuano le aggressioni agli operatori sanitari

Il tema della salute e della sicurezza sul lavoro rappresenta un aspetto fondante nella trattativa per il rinnovo del Ccnl sanità. E l’opportunità di un confronto sulle linee generali di indirizzo per l’adozione di misure volte alla prevenzione delle aggressioni sul lavoro è un aspetto tutt’altro che irrilevante, tant’è che il segretario generale della Fials, Giuseppe Carbone, ha ammesso: Siamo sulla strada giusta. Eppure fuori dai tavoli nazionali di contrattazione la realtà quotidiana, per i professioni sanitari, continua a essere rischiosa. L’ultimo caso è avvenuto all’ospedale San Camillo di Roma (sempre nella capitale, lo scorso ottobre tre infermieri erano rimasti ferito a seguito di un gruppo di no green pass che avevano assaltato il Pronto soccorso dell’Umberto I) dove un paziente positivo al Covid-19 – ricoverato presso la struttura – si è dato alla fuga, aggredendo alcune infermiere e danneggiando delle apparecchiature mediche.

I carabinieri della stazione di Ladispoli (a pochi chilometri da Roma) hanno denunciato a piede libero un 44enne romano, già conosciuto alle forze dell’ordine, per essersi reso responsabile di una serie di violazioni, tra cui danneggiamento e violazione della normativa in materia prevenzione e limitazione del contagio da Covid-19. La denuncia è arrivata dopo un intervento svolto in un negozio del centro storico di Ladispoli, dove i militari sono intervenuti su segnalazioni di alcuni clienti, chiedendo l’intervento dell’ambulanza. Un uomo, infatti, si era sentito male e il fatto che indossasse un pigiama e una giacca ha insospettito i militari. Incalzato, il 44enne ha raccontato loro di essere fuggito dal “San Camillo”, dove era ricoverato all’interno del reparto dei pazienti Covid-19. E oltre al fatto di essersi allontanato nonostante fosse ancora positivo, l’uomo – per facilitarsi la fuga – aveva avuto uno scontro con alcune infermiere (nel tentativo, invano, di fermarlo), distruggendo anche diverse apparecchiature in dotazione alla struttura. Partito da Roma e giunto sul posto a bordo di un’ambulanza, il personale sanitario ha quindi trasferito l’uomo all’ospedale San Paolo di Civitavecchia, dove è stato di nuovo ricoverato all’interno del reparto Covid-19.

Non è, evidentemente, la prima volta che accadono fatti del genere. A settembre un paziente Covid era fuggito dal reparto di malattie infettive dell’ospedale San Maurizio di Bolzano. Per lui era poi scattata la denuncia penale per la violazione del testo unico delle leggi sanitarie.

Ad ogni modo la violenza contro gli infermieri resta un problema nazionale. Numeri alla mano, secondo l’Inail circa la metà delle aggressioni al personale sanitario è proprio nei confronti degli infermieri: circa 5mila ogni anno, 13/14 al giorno. E nel 58% dei casi si è trattato di un’aggressione fisica. E il 78% degli infermieri – complessivamente oltre 456mila – sono donne e si stima che quelle che hanno subito un’aggressione nella loro vita sia finora oltre 180mila e per 100mila di queste si è trattato di un’aggressione fisica. Da parte sua, la presidente della Fnopi, Barbara Mangiacavalli, non mostra alcun dubbio: Soltanto l’impegno comune può migliorare l’approccio al problema e assicurare un ambiente di lavoro sicuro.

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