Siamo sotto shock per l'assassinio della nostra fisioterapista; il centro ortopedico dove lavorava cura gratis e cura tutti e proprio per questo è rispettato anche dalle parti in conflitto
. Così Thomas Glass, responsabile del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) in Afghanistan dopo l'ennesima uccisione di un volontario.
Fisioterapista della Croce Rossa uccisa in Afghanistan
A perdere la vita, raggiunta da colpi di arma da fuoco, è stata la trentottenne spagnola Lorena Enebral Perez. L'agguato è avvenuto in un centro di riabilitazione a Mazar-e-Sharif, nel nord dell'Afghanistan, dove sono accolti bambini, donne e uomini che hanno perso braccia o gambe a causa dell'esplosione di mine.
A sparare è stato un paziente che era in cura da tempo nella struttura e questo accresce lo sgomento
sottolinea Glass. Convinto che sia presto per definire dinamiche e motivazioni dell'omicidio, in apparenza inspiegabile, ma anche che il contesto sia quello di un Paese dove aiutare chi soffre a causa della guerra è sempre più difficile.
Solo la settimana scorsa avevamo riabbracciato due nostri operatori tenuti in ostaggio per sette mesi
racconta Glass. In Afghanistan la violenza è in crescita e da tempo ormai non risparmia nemmeno cooperanti e operatori sanitari
. Quest'anno il Cicr ha lanciato una campagna sui social network con l'hashtag #NotATarget: come dire, anche nel nome di Lorena, non siamo un bersaglio
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