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Salute

La salute a un bivio in un'Europa in bilico

di Monica Vaccaretti

La creazione di una vera e propria Unione sanitaria europea è essenziale per salvaguardare la salute di tutti gli europei e dovrebbe essere un obiettivo fondamentale a lungo termine di questa legislatura dell'Europarlamento. È quanto sostengono gli autori dell'editoriale “La salute a un bivio: il futuro dell'Unione Europea è in bilico”, pubblicato su The Lancet Salute Regionale-Europa, secondo i quali la salute pubblica in Europa è in un momento decisivo.

Salute pubblica non perda priorità nell'agenda politica generale dell'UE

In tutta l'UE si registra una drammatica carenza di personale sanitario

Gli autori dell'editoriale ritengono infatti che le decisioni prese dal nuovo Parlamento, l'unica assemblea transnazionale eletta direttamente al mondo, ci spingeranno verso un'Europa più sana ed unita o ci faranno regredire, mettendo a repentaglio il benessere di milioni di persone.

Avvertono che la posta in gioco è alta in quanto la salute è ad un bivio. Per questa ragione invitano ogni cittadino europeo ad assumersi la responsabilità del futuro del proprio continente che non si protegge e non si costruisce con una scoraggiante affluenza alle urne del 51%.

Sono soltanto 185 milioni gli europei che sono andati alle urne lo scorso giugno, pur essendo un appuntamento importante. Serve pertanto un maggior impegno civico per garantire un futuro più sano ed equo per tutti.

Gli autori sottolineano che lo spostamento verso un parlamento europeo più orientato a destra, come è emerso dalle ultime elezioni, solleva questioni cruciali sulle potenziali implicazioni per la salute pubblica nell'Unione Europea. Esprimono una seria preoccupazione per il rischio che le importanti agende sanitarie europee possano perdere slancio e che la salute pubblica possa rischiare di perdere la priorità nell'agenda politica generale dell'UE.

I partiti di destra dell'europarlamento, spiegano, sono infatti inclini a considerare la salute come una responsabilità nazionale piuttosto che collettiva così che il loro coinvolgimento a livello dell'Unione nelle politiche sanitarie potrebbe essere davvero minimo.

Denunciano inoltre che, mentre il 21 giugno 2024 il Consiglio Europeo ha approvato un progetto sul futuro dell'Unione Europea della salute, esortando la Commissione europea a dare priorità alla salute nel suo prossimo mandato, paradossalmente soltanto sei giorni dopo lo stesso Consiglio ha adottato l'agenda strategica dell'UE per il 2024-2029, che delinea le priorità nei prossimi cinque anni, senza dare significativamente priorità alla salute.

Nel secondo documento, infatti, la salute è menzionata soltanto tre volte: nel contesto del rafforzamento della resilienza e della preparazione alle emergenze sanitarie, del rafforzamento delle capacità per lo sviluppo tecnologico e i prodotti farmaceutici e della cooperazione per migliorare l'accesso ai medicinali.

Evidenziano che questa agenda trascura questioni cruciali come la crescente disuguaglianza sanitaria e l'aumento delle malattie croniche non trasmissibili, la principale causa di morte nell'Ue. Esse risultano esacerbate da un rapido invecchiamento della popolazione, dalla crescente prevalenza di precarie condizioni di salute mentale e dall'allarmante carenza di operatori sanitari che si sta registrando ovunque nell'Unione. È incoraggiante, tuttavia, che l'enfasi del documento sia posta sull'azione per il clima e sulla transizione verso la neutralità climatica.

Spiegano che i programmi sanitari dei prossimi cinque anni dipenderanno dai Commssari neoeletti, in particolare dal Commisario che supervisiona la salute guidato da Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea al secondo mandato.

Gli autori temono che l'evoluzione del panorama politico europeo possa influenzare le selezioni, favorendo potenzialmente gli interessi nazionali rispetto al benessere collettivo dell'Europa. Ritengono che molto dipenderà da quali politiche dell'Unione saranno classificate sotto la competenza della salute e da chi ne guiderà l'attuazione.

Sebbene i risultati siano ancora incerti, le aspettative sono elevate soprattutto per la continuità e il potenziamento di importanti iniziative sanitarie introdotte nel precedente mandato come il Piano europeo per combattere il cancro, la Strategia farmaceutica per l'Europa e la Strategia globale per la salute dell'UE.

Commissari ed eurodeputati devono dare priorità alla salute e a tutti i programmi sanitari, riconoscendo la spesa sanitaria come un investimento piuttosto che un costo, concludono gli autori.

È fondamentale che si impegnino a sviluppare una strategia completa per prevenire ed affrontare le malattie non trasmissibili, promuovere la creazione di ambienti sani e sistemi alimentari sostenibili, affrontare i determinanti commerciali e socioeconomici della salute. Devono inoltre sostenere il progresso dell'alfabetizzazione sanitaria digitale, degli strumenti sanitari digitali e dell'uso etico dei dati sanitari e dell'intelligenza artificiale nell'assistenza sanitaria, precisano ribadendo che l'Unione Europea dovrebbe garantire che tutte le sue politiche considerino gli impatti sulla salute mentale, sulla salute fisica e sul benessere.

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