Un’epoca di guerra
. Così Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha definito la sanità pubblica italiana.
Le disuguaglianze della salute e le difficoltà di accesso alle cure
Walter Ricciardi ha parlato al congresso della Società italiana di pediatria e ha preso spunto dal titolo i “Migliori anni della nostra vita” per spiegare che è una citazione da un bellissimo discorso che Winston Churchill fece quando l’Inghilterra era minacciata dalla Germania nazista. Era un’epoca di guerra, combattuta con cannoni e la polvere da sparo. Oggi è un’analoga epoca di guerra, una guerra combattuta in maniera diversa, commerciale, una guerra in cui i feriti sono quelli che perdono il posto di lavoro, che non si possono curare, che devono pagare i farmaci costosissimi. Se non capiamo che siamo in un’epoca di guerra, non capiamo dove dobbiamo portare la sanità del futuro
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Il problema sono le disuguaglianze della salute, le difficoltà di accesso alle cure, tanto che gli italiani spesso rinunciano a curarsi. Quello che possiamo fare - ha detto - è salvare il nostro Ssn. Dal punto di vista pratico molti cittadini, soprattutto al Sud, non accedono più a servizi essenziali. Sono costretti a muoversi o a rinunciare ai servizi o a pagarseli di tasca propria. Questo è quello su cui dobbiamo lavorare
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Il primo intervento potrebbe essere quello già annunciato e avviato dal ministro Giulia Grillo sulle liste d’attesa. Ha fatto benissimo – ha detto Ricciardi -, perché quello delle liste di attesa è uno dei problemi più sentiti dai cittadini e uno dei problemi su cui chiaramente la principale responsabilità decisionale è delle regioni
. Ci sono delle Regioni che hanno fatto dei passi da gigante: l'Emilia Romagna di fatto ha quasi azzerato le liste d'attesa – ha concluso il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità -. La quasi totalità dei cittadini ha delle prestazioni nei tempi. Ci sono delle altre che invece non hanno nemmeno attivato questo tipo di procedura
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