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Pertosse, ECDC: casi decuplicati, aumentare le vaccinazioni

di Redazione

I casi di pertosse, malattia endemica in Europa, sono aumentati di oltre 10 volte nel corso del 2023 sino ad oggi, rispetto ai due anni precedenti. Sono 60mila nell'Unione e continuano a crescere, complice una scarsa copertura immunitaria ed una diffusa esitazione vaccinale che favoriscono la circolazione del batterio Bordetella pertussis.

Aumento casi pertosse, Sip: Siamo all'inizio di qualcosa che ci allarma

Decuplicati i casi di pertosse, complice una scarsa copertura immunitaria e una diffusa esitazione vaccinale.

Per garantire protezione individuale e collettiva la vaccinazione andrebbe ripetuta ogni 5-10 anni. Tra gennaio e marzo 2024 sono stati segnalati 32 mila infezioni, di cui 3 mila soltanto in Inghilterra dove si sono verificati recentemente cinque decessi di bambini. Lo riferisce l'Agenzia Britannica per la sicurezza sanitaria.

Anche in Italia i bambini colpiti da pertosse, per i quali si rende necessario il ricovero, sono in preoccupante aumento. Risultano tutti figli di mamme che non avevano fatto il richiamo in gravidanza. Casi gravi si stanno registrando in tutte le Regioni italiane, a fine aprile un bambino è morto in Campania, altri sono ricoverati in terapia intensiva. Secondo la Presidente della Società italiana di pediatria (Sip), Annamaria Staiano, la malattia è tornata prepotentemente ed è una nuova emergenza: Siamo all'inizio di qualcosa che ci allarma.

Responsabile di epidemie estese ogni tre-cinque anni anche in Paesi con un'elevata copertura vaccinale, la pertosse rimane una sfida significativa per la salute pubblica. Si tratta di un'infezione respiratoria acuta che provoca una tosse convulsa e può durare anche oltre due mesi.

La diffusione del microrganismo avviene attraverso goccioline di saliva emesse in starnuti. La contagiosità supera l'80%. La mortalità è dell'1,5%, non così bassa secondo gli esperti. L'aumento dei casi di pertosse in tutta Europa dimostra la necessità di essere vigili. Si tratta di una malattia grave, soprattutto nei neonati. Abbiamo vaccini sicuri ed efficaci che possono prevenirla. La vaccinazione è il nostro strumento chiave per contribuire a salvare vite umane ed impedire che la malattia si diffonda ulteriormente. È l'allarme lanciato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) che sottolinea come siano i bambini sotto i sei mesi, non vaccinati o parzialmente immunizzati, a correre il rischio più elevato di esiti gravi di malattia.

Nel comunicato stampa diffuso l'8 maggio l'Ecdc segnala che in questa fascia di età vulnerabile si stanno infatti registrando la maggior parte dei ricoveri ospedalieri e dei decessi legati alla pertosse. I neonati sono scoperti contro il batterio dalla nascita sino a circa 4-5 mesi, cioè dopo aver ricevuto 2 delle 3 dosi previste nel primo anno di vita.

Durante gli eccessi di tosse il bambino non respira e può andare incontro ad una sorta di ipossia, scarso ossigeno che arriva al cervello e si possono verificare anche piccole emorragie a livello dei vasi che si rompono e comparsa di zone ischemiche, spiega Massimo Soffiati, direttore del reparti di Pediatria dell'Ospedale di Trento dove sono stati ricoverati quattro neonati, due dei quali sottoposti a ventilazione non invasiva in terapia sub-intensiva neonatale per importanti accessi di tosse.

I picchi epidemici periodici sono attesi ma, secondo l'Ecdc, esistono altri fattori che stanno contribuendo all'aumento esponenziale della pertosse, come individui che non sono vaccinati e che non hanno vaccinazioni aggiornate, il declino dell'immunità e la diminuzione del potenziamento naturale nella popolazione complessiva durante il periodo della pandemia di Covid-19.

L'Ecdc sottolinea che sono a rischio di malattia grave ed ospedalizzazione anche gli adulti più anziani e gli individui di qualsiasi età con patologie preesistenti. Mentre affrontiamo questa epidemia è essenziale ricordare le vite in gioco, soprattutto dei nostri bambini. I vaccini contro la pertosse si sono dimostrati sicuri ed efficaci ed ogni azione che intraprendiamo oggi modella la salute di domani. Abbiamo la responsabilità, come genitori o come operatori sanitari pubblici, di proteggere il gruppo più vulnerabile delle nostre comunità dall'impatto mortale di questa malattia, ha dichiarato in un comunicato stampa Andrea Ammon, direttore dell'Ecdc incoraggiando le autorità sanitarie pubbliche a rafforzare i programmi di vaccinazione per raggiungere e sostenere un'elevata copertura. Invita a completare tempestivamente il ciclo di immunizzazione primaria e delle successive dosi di richiamo, secondo le raccomandazioni nazionali, ricordando che il vaccino antipertussico difende pure da tetano e difterite.

Ricordando altresì che la vaccinazione effettuata nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, tra la 28° e la 36° settimana, è altamente efficace nel prevenire la malattia e la morte tra i neonati che sono ancora troppo piccoli per essere vaccinati, l'Ecdc raccomanda pertanto di aggiungere la vaccinazione materna contro la pertosse al programma di vaccinazione infantile di routine.

In Italia soltanto il 50% delle donne che hanno partorito nel 2023 risultavano vaccinate contro la pertosse. Secondo la Sip è necessario sensibilizzare sul problema anche la Società italiana di ginecologia. Le donne in stato interessante si devono vaccinare, ammonisce Staiano.

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