Il Ssn è un paziente in codice rosso e continua a rimanere fuori dall’agenda politica. Per questo la Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano Medicina Basata sulle Evidenze) avvia la pars construens della campagna #salviamoSSN con una serie di proposte che, in occasione della XIV° Conferenza nazionale, sono state condivise con autorevoli esponenti di politica, management, professionisti sanitari, ricercatori, industria, pazienti e cittadini.
Gimbe: Sanità pubblica è in codice rosso. Le proposte #salviamoSSN
A muovere la XIV° Conferenza nazionale Gimbe sono stati due grandi interrogativi a cui la Fondazione ha cercato di rispondere durante la giornata: Quante risorse e quali riforme sono necessarie per garantire alle generazioni future il SSN, mantenendo i princìpi di equità e universalismo della L. 833 del 1978 che lo ha istituito? Con quali modalità il SSN può offrire a tutte le persone l’accesso alle vere innovazioni?
Per Gimbe persiste la crisi di sostenibilità del Ssn. In assenza di un consistente rilancio del finanziamento pubblico e di un piano organico di riforme, la manutenzione ordinaria non sarà più sufficiente a tutelare la salute delle persone
. Dalla Fondazione arrivano, quindi, la diagnosi delle patologie che compromettono la salute del Ssn e un innovativo piano terapeutico personalizzato che richiede coraggio politico, rilancio degli investimenti e lavoro di squadra di tutti gli attori del sistema salute, cittadini inclusi
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Dello stesso avviso Barabara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi), presente alla Conferenza in rappresentanza delle professioni sanitarie. ll nostro SSN si regge sul capitale umano - ha sottolineato Mangiacavalli - ed è questo che va mantenuto e curato
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Definanziamento pubblico, ampliamento del “paniere” dei nuovi Lea, sprechi, inefficienze e aumento delle diseguaglianze. Il Ssn è affetto da queste patologie ingravescenti e vive in un habitat fortemente influenzato da due fattori ambientali: la collaborazione con cui Stato e Regioni dovrebbero tutelare il diritto alla salute (ulteriormente minata dal contagioso virus del regionalismo differenziato) e le aspettative irrealistiche di cittadini e pazienti per una medicina mitica e una sanità infallibile, alimentate da analfabetismo scientifico ed eccessi di medicalizzazione.
Dopo 40 anni è tempo di acquisire una reale e piena consapevolezza del bene più prezioso di cui dispone il nostro Paese. Un Ssn che si prende cura della nostra salute e che, in qualità di 'azionisti di maggioranza', siamo tenuti a tutelare, ciascuno secondo le proprie responsabilità siano esse pubbliche o individuali, perché la sanità pubblica è come la salute: ti accorgi che esiste solo quando l’hai perduta.
Per mantenere un Ssn a finanziamento prevalentemente pubblico, preservandone i princìpi di equità e universalismo – ha sottolineato Cartabellotta – abbiamo elaborato ed aggiornato secondo le migliori evidenze scientifiche un piano terapeutico personalizzato efficace nel modificare la storia naturale delle quattro malattie, minimizzare l’impatto dei fattori ambientali e intervenire su altri 'patogeni' che minano la salute del Ssn
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