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Salute

Tredici milioni di italiani rinunciano alle cure

di Redazione

Oltre 13 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi, per motivi economici, lunghe liste d’attesa e sfiducia nel sistema sanitario. Una famiglia su tre (34,3%) in Italia ha rinunciato a curarsi nel 2017. È questo uno dei dati emersi dall’analisi dell’Ips, l’Indice di Performance Sanitaria, sviluppata per il terzo anno consecutivo dall’Istituto Demoskopika e presentata l’altro giorno a Rende, in provincia di Cosenza.

Motivi economici e lunghe liste di attesa

ospedale

Gli italiani apprezzano i servizi sanitari

Tra i fattori principali figurano i motivi economici e le lunghe liste di attesa rispettivamente nel 10,9% e nel 9,8% dei casi. E, ancora, l’8,9% del campione intervistato ha dichiarato di non curarsi in attesa di una risoluzione spontanea del problema o, addirittura, per paura delle cure come nel 2,9% dei comportamenti rilevati. L’impossibilità ad occuparsi della propria salute o di quella di qualche suo familiare perché curarsi fuori costa troppo, non fidandosi del sistema sanitario della regione in cui vive, inoltre, ha rappresentato un valido deterrente per l’1,6% dei cittadini, con un picco nelle realtà regionali del Sud pari al doppio (3,1%). La paura delle cure, infine, con il 2,9% dei casi rilevati, chiude le motivazioni della rinuncia a curarsi nel 2017.

Quattro italiani su 10 apprezzano i servizi sanitari

I sistemi sanitari più apprezzati sono quelli in Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Veneto. Circa 4 italiani su 10 (36,7%) dichiarano di essere soddisfatti dei servizi sanitari legati ai vari aspetti del ricovero: assistenza medica, assistenza infermieristica e servizi igienici. Un andamento in crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente. 

L’indicatore conferma un divario più che significativo tra le diverse realtà regionali. È quanto emerso dall’analisi dell’Ips, l’Indice di Performance Sanitaria, sviluppata per il terzo anno consecutivo dall’istituto Demoskopika. I cittadini più appagati vivono in Valle d’Aosta che ha ottenuto il massimo del risultato (100 punti) immediatamente seguita dal Trentino Alto Adige (90,8 punti). A seguire con una distanza significativa, Veneto (70,9 punti), Emilia Romagna (66,5 punti), Umbria (64,6 punti), Piemonte (58,5 punti), Liguria (54,4 punti), Friuli Venezia Giulia (45,4 punti), Marche (43 punti), Lazio (34, 7 punti), Toscana (33 punti) e Sardegna (32,5 punti), realtà in cui il livello medio di soddisfazione per i servizi ospedalieri, rilevata dall’Istat tra coloro che hanno subìto almeno un ricovero nei tre mesi precedenti l’intervista, oscilla tra il 50% ed il 30%.

In coda alla graduatoria per il minor livello di soddisfazione, pari mediamente al 20%, si collocano le rimanenti sette realtà regionali: Campania, Abruzzo, Molise, Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata.

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