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Vaccino Johnson&Johnson sospeso, Italia resta in stand-by

di Redazione Roma

La sospensione precauzionale giunta negli Stati Uniti si ripercuote anche sulla campagna nazionale per l’immunizzazione. E mentre il ministro della Sanità, Roberto Speranza, auspica di ricorrere anche a questo vaccino, decisamente utile per noi, il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, non esclude l’eventualità di riservare queste dosi alle persone di età superiore ai 60 anni.

Stop del vaccino anti-Covid Johnson&Johnson, l’Italia prende tempo

Vaccino Johnson&Johnson sospeso negli USA, consegne rinviate in Europa e dosi ferme in Italia

Abbiamo svolto una riunione con i nostri scienziati e con l'Agenzia italiana del farmaco, siamo in collegamento con l’agenzia europea Ema e valuteremo nei giorni a seguire – appena Ema e gli americani ci daranno aggiornamenti più definitivi – quale sarà il percorso migliore. Ma ritengo che anche Johnson & Johnson dovrà essere utilizzato perché è un vaccino importante.

Parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, in riferimento a quanto sta avvenendo negli Stati Uniti, dove la Food and Drug Administration e i Centers for Disease Control and Prevention hanno deciso di cessare l’utilizzo del vaccino Janssen di Johnson&Johnson all’interno dei siti federali, incalzando gli altri stati a fare altrettanto (mentre proseguono le indagini su possibili problemi di sicurezza).

La scelta delle due agenzie sanitarie federali di interrompere la somministrazione del vaccino monodose contro il Covid-19 di Johnson&Johnson è giunta dopo che sei persone negli Stati Uniti (tutte donne di età inclusa tra i 18 ei 48 anni) hanno sviluppato una malattia rara che interessa coaguli di sangue a quasi due settimane dalla vaccinazione.

Secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention sono circa sette milioni le persone che negli States hanno ricevuto fino ad oggi iniezioni di Johnson&Johnson (senza dimenticare le quasi nove milioni di dosi in più che sono state già spedite). In merito alle spedizioni oltreoceano, il ministro Speranza evidenzia che la scelta di Johnson&Johnson di non immettere immediatamente in commercio il vaccino in Europa è anch’essa precauzionale. Auspichiamo di poter al più presto sciogliere tali nodi e ricorrere anche questo vaccino che sarebbe il quarto, che a noi particolarmente utile.

Parole, queste, che esprimono profonda cautela. Così, a seguito della sospensione dell’uso del vaccino Johnson&Johnson all’interno degli Stati Uniti decisa da Fda e Cdc e a seguito del comunicato dell’azienda in merito al posticipo del lancio del vaccino in Europa, l’Italia resta in attesa. E prende tempo. Infatti, le 184 mila dosi arrivate presso l’hub nazionale di Pratica di Mare a Pomezia (Roma) non verranno distribuite e, di conseguenza, somministrate.

Proprio su quest’ultimo aspetto, il presidente dell'Iss e portavoce del Cts Silvio Brusaferro spiega: Le dosi arrivate ieri sono un numero abbastanza contenuto: 180mila. È palese che di fronte a un'azione come quella della compagnia Johnson&Johnson noi prendiamo atto. Le dosi verranno tenute in stand-by e distribuite appena la situazione sarà più chiara.

Per quanto riguarda il confronto tra tutte le parti interessate, Brusaferro precisa: È accaduto tutto nell’arco di poche ore, pertanto ritengo arduo fornire una risposta in merito ai tempi delle prossime decisioni. Al contempo, però, posso affermare che l’intera organizzazione mondiale è particolarmente presente: dalla Food and Drug Amministration, all’Ema, all’Ue, al Ministero della Salute, all’Aifa, ciascuna Agenzia è attiva per tentare di ricevere, in modo tempestivo, le informazioni utili.

E proprio l’agenzia del farmaco Aifa, per voce del suo direttore Nicola Magrini, illustra che per il nostro paese, a seguito dello stop del vaccino di Johnson&Johnson, non cambia nulla. Prosegue: Si tratta di una pausa indispensabile voluta dall’agenzia americana del farmaco Fda, che ha operato la massima cautela per verificare l’origine dei casi di trombosi molto rare e particolari segnalati negli Stati Uniti su 7 milioni di vaccinati. Il sospetto è che siano simili a quelli osservati in Europa su 35 milioni di vaccinati. Sono episodi talmente inconsueti da essere ai limiti della valutabilità.

E in merito alle possibili restrizioni del vaccino Johnson&Johnson, il direttore dell’Aifa si mostra cauto: Valuteremo quale sarà la migliore modalità d’utilizzo. Potremmo discutere sulla possibilità di riservare anche queste dosi alle persone di età superiore ai 60 anni, considerando che i casi sono nuovamente concentrati sotto i 50 anni.

Giornalista

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