La pandemia di Covid19, a distanza di oltre due anni dalla segnalazione dei primi casi, rimane un'emergenza globale acuta. Lo ha dichiarato l'Oms nel documento “Note sulla politica Covid19”, pubblicato lo scorso 14 settembre 2022. Osservando che molti governi manifestano incertezze su come stabilire le priorità in questa fase di transizione pandemica e riconoscendo che il rischio dell'emergere di nuove varianti e future ondate resta reale, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente aggiornato il “Piano globale di preparazione, prontezza e risposta al Covid19”. Lo scopo è di assistere i governi nazionali per porre fine all'emergenza sanitaria in tutto il mondo. Lo sforzo è globale, non ci si salva da soli dicevamo circa 1000 giorni fa.
Azioni da attuare per gestire correttamente questa fase della pandemia
Gli obiettivi strategici dell'Oms per salvare vite umane e salvaguardare i sistemi sanitari sono due. Il primo consiste nel ridurre la circolazione del virus proteggendo le persone, soprattutto quelle più fragili e vulnerabili maggiormente a rischio per malattie gravi e per esposizione professionale al virus Sars-CoV-2.
Il secondo obiettivo si prefigge di prevenire, diagnosticare e trattare il Covid19 per ridurre i decessi, le malattie e le conseguenze a lungo termine note come Long Covid. Per raggiungere tali obiettivi e renderli attuabili, l'Oms ha elaborato sei policy brief in cui vengono delineate le azioni ritenute essenziali da attuare per gestire correttamente questa fase della pandemia.
Questi documenti politici sono stati redatti secondo precise linee guida tecniche - già pubblicate e che si sono dimostrate efficaci – e tenendo in considerazione il fatto che gli Stati membri dell'Oms si trovano oggi in situazioni epidemiologiche diverse a causa di alcuni fattori che influenzano i vari scenari nazionali. L'immunità delle popolazioni è molto differente, la fiducia nel pubblico è venuta meno indebolendo la resilienza e sfavorendo l'adesione alle misure di sanità pubblica, l'accesso a vaccini e terapie non è tuttora equo.
L'Oms intende fornire una solida base per le strategie politiche che i responsabili politici nazionali sono chiamati a mettere in atto, così da consentire ai singoli paesi di generare una risposta agile nell'affrontare la pandemia. È necessario altresì consolidare i sistemi sanitari di tutto il mondo rendendoli più forti, non soltanto per continuare a gestire la convivenza con Sars-CoV-2, ma soprattutto alla luce delle prossime emergenze sanitarie correlate ai cambiamenti climatici in atto che ci colpiranno nei prossimi anni, come più volte denunciato dalla comunità scientifica internazionale.
I punti chiave nella gestione clinica sono stabilire sostenere ed integrare percorsi chiari di assistenza primaria – adattandoli specificatamente per bambini e donne in gravidanza o che allattano - e garantire che le persone risultate positive al test Sars-CoV2 siano immediatamente prese in carico dai sistemi sanitari. È necessario fornire l'accesso alle cure di follow up per rilevare la condizione di post Covid o Covid lungo. È fondamentale saper pianificare i picchi di Covid19 così da avere una stima ottimale delle risorse necessarie da mettere in campo.
Per ridurre la trasmissione virale e la mortalità con cure tempestive è fondamentale offrire test Covid19 che consentono anche di seguire l'evoluzione dell'epidemia. L'isolamento dei casi positivi individuati con i test e il follow up dei contatti rilevanti riduce la trasmissione. La fluttuazione nei dati dei test possono contribuire alle decisioni sull'intensificazione o sull'allentamento delle misure sociali e sanitarie. Il mantenimento e il rafforzamento della sorveglianza Covid19 ed il sequenziamento sono ancora fortemente raccomandati per monitorare i cambiamenti nei modelli epidemiologici, le tendenze nella morbilità e mortalità, il carico della malattia sulla capacità sanitaria e l'evoluzione e la circolazione delle varianti.
L'Oms ammonisce ricordando che le strutture sanitarie rimangono un ambiente ad alto rischio di trasmissione del virus, perché vi vengono ricoverati ed assistiti i casi gravi della malattia. Pertanto per i pazienti, il personale e i visitatori rimangono fondamentali le misure di controllo delle infezioni che devono essere mantenute e migliorate attraverso il triage, lo screening, le precauzioni standard di igiene, la mascheratura universale con maschere mediche, la ventilazione degli ambienti, la vaccinazione Covid19 degli operatori sanitari. È ritenuto essenziale continuare con la prevenzione, l'identificazione e la gestione dei Covid19 tra gli operatori sanitari. È fondamentale inoltre mantenere la prontezza operativa per le ondate di casi Covid19 ed altri agenti patogeni emergenti e riemergenti.
La vaccinazione globale contro Covid19 è stata una strategia che ha ridotto grandemente mortalità e malattia grave, come evidenziano i dati della letteratura. L'Oms raccomanda di continuare pertanto con la vaccinazione distribuendo i vaccini ad alta priorità in ambienti in cui la copertura è imcompleta, compresi i booster. Consiglia di investire nella ricerca e nello sviluppo di prodotti vaccinali migliorati. Incoraggia una distribuzione equa e una disponibilità precoce dei vaccini attraverso accordi di produzione. Ritiene fondamentale garantire la sostenibilità dello sforzo di vaccinazione oltre il 2022. Esorta a rafforzare i sistemi informativi sanitari per monitorare adeguatamente la progressione di altre potenziali emergenze sanitarie così da supportare per tempo le decisioni politiche.
La disinformazione sanitaria, prima che sia ampiamente diffusa attraverso i social network, può essere affrontata attraverso la formazione degli operatori sanitari che sono e devono essere la fonte più affidabile di informazioni sanitarie. Si possono rivolgere iniziative di salute, informazione e alfabetizzazione digitale a target specifici della popolazione rendendo le informazioni corrette accessibili e di alta qualità in diversi formati. L'Oms suggerisce di istituire una forza lavoro infodemica per generare risposte rapide di informazioni infodemiche.
Per accettare e adottare interventi salvavita da parte della popolazioje generale, le informazioni sanitarie devono essere credibili, affidabili, pertinenti, tempestive, accessibili e perseguibili. La comunicazione del rischio con un approccio corretto è fondamentale nel coinvolgimento della comunità colpita. Per porre fine all'emergenza Covid19 in tutto il mondo occorre migliorare la fiducia attraverso una comunicazione strategica e il co-sviluppo di soluzioni che si adattino meglio alle esigenze della comunità. Secondo l'Oms rimane fondamentale che le comunità, sotto la guida delle autorità sanitarie pubbliche, utilizzino misure di salute pubblica e sociali. Si ribadisce che stare a casa in caso di malessere, eseguire il test per Sars-CoV-2, isolarsi se si risulta positivi sono misure d'igiene ancora necessarie.
Nell'ultimo Policy Brief si sottolinea che poiché il virus continua a circolare intensamente in tutto il mondo, le persone dovrebbero continuare ad evitare la folla e mantenere la distanza ove possibile, indossare una maschera ben aderente quando non possono mantenere le distanze e quando sono al chiuso, migliorare la ventilazione e pulire le mani come misure per ridurre il rischio di infezione e trasmissione di Sars-CoV-2
.
Alla luce di tutte queste raccomandazioni basate sulle evidenze scientifiche e sulle migliori strategie di governance e di comunicazione, l'ultimo paragrafo del documento “Creare fiducia attraverso la comunicazione del rischio e il coinvolgimento della comunita” mi sembra il più disatteso dall'attuale governo e dalla popolazione. La folla non viene evitata, le distanze non sono mantenute, le mascherine non vengono più indossate, la ventilazione è ancora gestita con le finestre aperte, i disinfettanti per le mani non vengono usati nemmeno dopo gli starnuti.
Le persone, per loro natura, dimenticano. Una diffusa e permanente consapevolezza del rischio e il rafforzamento delle conoscenze acquisite sinora dalla popolazione si ottengono con una comunicazione efficace e trasparente. Una pandemia purtroppo non finisce per decreto. Per moratoria. O togliendo gli strumenti per vederla e analizzarla. Per chi ha ancora cura di curarsene, la pandemia è ancora in corso. Lo stabilisce secondo scienza il consensus degli esperti. E lo riconosce chi ogni giorno lavora in ospedale.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?