I 27 sanitari, tra cui 3 infermieri, che hanno rifiutato di vaccinarsi non avranno più contatti con i pazienti. Il presidente dell’Opi di Genova, Gagliano: Se non c’è necessità di coprire altri ruoli, rischiano il licenziamento
. Intanto a Bologna un infermiere e un tecnico sono i primi due sanitari no vax sospesi dal servizio.
Sanitari no vax sospesi e trasferiti ad altro incarico in Liguria
Dalla Liguria al Friuli Venezia-Giulia, passando per l’Emilia Romagna. Proseguono incessanti le sospensioni dei sanitari che rifiutano di vaccinarsi; colpiti dal Dl 44 del 1° aprile 2021, che impone per la categoria l’obbligo vaccinale, non avranno più contatto diretto con i pazienti.
Nella regione governata da Giovanni Toti – all’interno dell’ingranaggio che determinerà la sospensione della mansione attuale, al trasferimento ad un incarico differente o al blocco dello stipendio – sono finiti 12 medici e 3 operatori sanitari dell’Asl3 ai quali si aggiungono 12 medici delle altre Aziende sanitarie. Oggi i numeri sono questi – illustra Alessandro Bonsignore, presidente dell’Ordine dei medici della Liguria – poiché il tempo è scaduto e auspichiamo che non salgano. La loro situazione però è tutt’altro che semplice, poiché ogni singolo reparto prevede contatti con il pubblico, dunque potrebbe aprirsi l’opportunità di una sistemazione all’interno di qualche laboratorio
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Nella “mischia” – per usare il gergo del rugby – rischiano di finire altri 854 sanitari residenti nella regione che si sono “dichiarati” e hanno ricevuto la raccomandata di avviso di mettersi in regola (le cinque Asl liguri hanno inviato 11 mila lettere di invito a vaccinarsi, l’Asl 3 circa 6600): non avendo risposto entro 10 giorni all’Azienda di riferimento, vengono ritenuti no vax, ma per loro l’iter non è ancora concluso (ecco perché, allo stato attuale, gli “ufficiali” – come anticipato – sono 27).
Nel frattempo, nei confronti dei tre operatori sanitari ha preso il via l’istruttoria per la sospensione amministrativa. E il presidente dell’Ordine degli infermieri di Genova, Carmelo Gagliano, ammette: Non so come si chiuderà la questione, soprattutto quella dello stipendio e del contratto, perché adesso rischiano di perdere il lavoro: il “Galliera” ha fatto una delibera che nel caso in cui il dipendente sanitario no vax non possa venire collocato ad altre mansioni, perché non c’è necessità, verrà licenziato
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Per chi ha patologie che impediscono la vaccinazione sarà predisposto un trasferimento ad altra mansione, evitando il contatto con il pubblico e mantenendo lo stipendio invariato. Per chi non si vaccina senza valida motivazione è invece previsto lo spostamento verso mansioni che, qualora di profilo inferiore, implicheranno la riduzione dello stipendio (e nel caso non siano disponibili altre collocazioni, si provvederà alla sospensione dal lavoro, senza stipendio, fino al 31 dicembre 2021).
Scendendo lo stivale, a Bologna sono un infermiere del distretto di San Lazzaro di Savena e un tecnico di neurofisiopatologia dell’ospedale Bellaria i primi due sanitari no vax sospesi dal servizio dall’Ausl. A loro si aggiunge un medico del policlinico Sant’Orsola. Provvedimenti attesi che – nei primi due casi – portano la firma del direttore generale dell’Ausl, Paolo Bordon e nel terzo dalla direttrice generale, Chiara Gibertoni. La comunicazione in merito è cristallina: Il Dl 44 del 1° aprile 2021, convertito dalla legge 76 del 28 maggio, impone all’art. 4 l’obbligo di vaccinazione per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario (assistenti tecnici di studio odontoiatrico, oss e massofisioterapisti)
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Tutto questo mentre a Pordenone sono 177, di cui 46 infermieri (più altri 12 segnalati), i sanitari che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale anti Covid e che ora sono stati sospesi dall’Azienda sanitaria Friuli. Per gli infermieri è in ballo anche la sospensione dall’Ordine professionale. Mi auguro che questo provvedimento – che lascerà senza lavoro e quindi stipendio – faccia tornare sui propri passi questi colleghi che, contro ogni logica ed evidenza scientifica, hanno continuato ad opporsi alla vaccinazione
, ha affermato Luciano Clarizia, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Pordenone e presidente del Coordinamento regionale Opi FVG.
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