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L'Italia non è un paese per infermieri

Mangiacavalli: Se non ci muoviamo come sistema Paese la professione muore

Pubblicato il 08/07/2022 di Redazione

Attrattività della professione infermieristica. Un tema sul quale la Fnopi è tornata più volte, anche perché ai giovani che scelgono questo percorso – tanto appagante quanto complicato – ad oggi non è assicurato un reale iter di carriera né una vera e propria valorizzazione del ruolo. E la presidente Barbara Mangiacavalli lo ha ribadito ancora una volta in occasione del convegno Ecm “Il cambiamento nasce dalla base", realizzato nel contesto del Laboratorio Sanità 20/30 Campania.

Oggi la professione infermieristica è appiattita, perché nel pubblico non c'è ancora uno sviluppo di carriera clinico-assistenziale esigibile, quello di tipo gestionale e direzionale è minimo e non sono mai partiti i percorsi di infermiere specialista

Quello che è evidente e ormai improcrastinabile è il bisogno di ricostruire un percorso formativo e un percorso giuridico-organizzativo senza i quali rischiamo davvero di far morire la professione infermieristica in Italia.

Primi risultati degli Stati Generali della Professione Infermieristica

Ripensare la formazione universitaria, concretizzare la progressione di carriera, arginare il fenomeno delle aggressioni sul lavoro e aumentare le dirigenze infermieristiche, che snelliscano i percorsi assistenziali dei pazienti, perché senza infermieri - afferma Teresa Rea, presidente Opi Napoli - non si può parlare di qualità delle cure.

Questi, insieme a quello dell’attrattività della professione, i principali temi che sono emersi dalla prima analisi dei dati raccolti dagli Stati Generali della Professione Infermieristica presentati nell’ambito del Laboratorio Sanità 20/30 del Forum Risk Management a Napoli.

Gli infermieri vogliono formarsi in Università e chiedono di formarsi con docenti che siano del loro specifico profilo professionale

Una consultazione pubblica rivolta a tutti i 456mila infermieri italiani, chiamati ad esprimere la propria posizione sulle tematiche più rilevanti per la professione, alla quale la Campania ha risposto in maniera considerevole, registrandosi tra le cinque regioni che hanno contribuito in maniera più significativa, chiosa Rea.

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