Il bando delle prove per l'accesso a Medicina è illeggittimo perché il meccanismo di selezione introdotto dall'amministrazione non consente un ordinamento degli aspiranti sulla base della sola performance, pertanto non è idoneo ad assicurare la selezione dei candidati più meritevoli. È quanto hanno stabilito i giudici amministrativi del Tribunale regionale del Lazio con la sentenza n. 00863/2024 del 17 gennaio 2024 con la quale hanno accolto uno degli oltre tre mila ricorsi contro il MUR, il Ministero dell'Università e della Ricerca, presentati da coloro che non avevano superato il Tolc-Med 2023, il nuovo Test individuale online che dallo scorso anno è necessario superare per accedere alla facoltà di Medicina, erogato su una piattaforma informatizzata e composto da quesiti selezionati casualmente e automaticamente dal database Cisi.
Tolc–Med 2023, per il TAR Lazio è illegittimo. Salvi gli ammessi ai corsi
La prima sentenza definitiva annulla quindi i provvedimenti che hanno disciplinato le prove di ammissione: i bandi di concorso per l'accesso ai corsi di laurea a numero programmato della Facoltà di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e protesi dentaria per l'anno accademico 2023/2024 delle Università intimate, nonché la graduatoria unica nazionale del concorso per l'ammissione al suddetto corso, pubblicata nell'area riservata del portale del CINECA il 5 settembre 2023.
Vengono annullati pertanto anche il decreto del Ministero dell'Università e della Ricerca n.1107/2022 – che definisce le modalità e i contenuti della prova di ammissione al cosiddetto test Tolc ai corsi di laurea e laurea magistrale a ciclo unico di medicina e chirurgia odontoiatria e protesi dentaria – e il decreto Direttoriale n.1925/2022 che definisce le modalità di svolgimento del test Tolc e la successiva formazione delle graduatorie di merito per l'accesso ai corsi.
Il collegio ha ritenuto che la posizione degli aspiranti era influenzata, in maniera significativa e determinante l'accesso ai corsi di laurea, dall'attribuzione di un fattore di parametrazione del punteggio che limita, in modo per ciascuno diverso, il punteggio massimo raggiungibile, minando pertanto la par condicio tra i candidati.
Come segnalato infatti dal candidato ricorrente che ha vinto il ricorso in questione, due candidati potrebbero essere stati giudicati in misura diversa non in quanto uno è più preparato dell'altro ma perché a uno dei due sarebbe stato somministrato un kit di domande reputato sulla base dell'equalizzazione più difficile o più semplice
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I giudici hanno considerato illegittimo proprio questo meccanismo di equalizzazione. Si intende un punteggio ottenuto sommando un punteggio di partenza – dato dalla semplice somma delle risposte esatte (1 punto), errate (-0,25 punti), non date (0 punti) - con un coefficiente, determinando così il punteggio definitivo della prova che servirà per la graduatoria e che viene comunicato entro 15 giorni dalla data dello svolgimento.
Avviene che quando la sessione d'esame è conclusa e tutti i candidati hanno sostenuto il test, il Cisia calcola il coefficiente di equalizzazione di ogni singola prova, ossia un numero calcolato statisticamente che tiene conto della facilità misurata dei singoli quesiti inseriti in ciascuna prova. Questo coefficiente si somma al punteggio di partenza e genera il punteggio equalizzato, definitivo, del test. È una procedura che rende possibile ed equa la comparazione tra tutti i test della medesima sessione, anche se svolti in giorni diversi e composti da domande diverse.
I giudici hanno però stabilito che coloro che hanno presentato ricorso battendo in giudizio il Mur non saranno comunque ammessi nemmeno in sovrannumero ai corsi. Restano salve invece le posizioni di coloro che hanno superato le prove seppur annullate e che si sono iscritti ai corsi di laurea. Le immatricolazioni infatti non possono essere invalidate. Sebbene la procedura di selezione sia stata bocciata, le graduatorie sono bloccate, non possono essere toccate e non permettono il ripescaggio. Anche se il test sarebbe da ripetere, i giudici ritengono che determinerebbe un inaccettabile pregiudizio all'interesse generale alla formazione del personale medico, con effetti che si proietterebbero negli anni a venire in termini di carenza di risorse specializzate e di minore offerta di servizi sanitari
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Poiché i ricorrenti che hanno impugnato la graduatoria non avranno alcun giovamento e poiché la sentenza non pone rimedio comunque ai danni del sistema algoritmico Tolc-Med, e considerando che si è venuta a creare altresì un'ulteriore disparità lasciando scoperti un migliaio di posti non assegnati, gli avvocati prevedono numerosi ricorsi in appello per chiedere non l'annullamento ma l'ammissione dei ricorrenti in sovrannumero. Questa è la vera giustizia per tanti studenti pregiudicati da un sistema irrazionale e, secondo il TAR del Lazio, illegittimo
, hanno scritto in un comunicato stampa gli studenti dell'UDU, l'Unione degli universitari.
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