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Procedura

Emogasanalisi Arteriosa (EGA)

di Sara Di Santo

L’Infermiere è formato per effettuare un’Emogasanalisi Arteriosa (EGA). Trattandosi di un’indagine invasiva e spesso altamente dolorosa, il professionista che la esegue deve essere in grado di riconoscere in maniera repentina eventuali complicanze. Vediamo nel dettaglio come eseguirla.

Cos'è l'emogasanalisi arteriosa (EGA)

Consiste in un prelievo di sangue arterioso tramite una siringa eparinata che permette di misurare il pH del sangue e le pressioni parziali dei gas arteriosi.

Prelievo arterioso radiale

Prelievo arterioso radiale

Quando si punge un vaso arterioso bisogna tenere in considerazione tre aspetti clinici molto importanti:

  1. Rischio di emorragia: in arteria il sangue ha un flusso poderoso che può spingere il sangue fuori dal sistema vascolare piuttosto rapidamente;
  2. Rischio di eventi trombotici e dei conseguenti, seri problemi ischemici a valle del tratto vascolare interessato;
  3. È spesso vissuta con timore e sgradevolezza dal paziente poiché può risultare dolorosa.

Il prelievo viene effettuato pungendo un vaso arterioso, e nello specifico l’arteria radiale, l’arteria braciale e l’arteria femorale. Per sviluppare l’emogasanalisi è necessario sangue arterioso perché è in grado di fornire parametri e valori diversi rispetto al sangue venoso (es. PaO2, PaCO2).

L’esecuzione del prelievo da utilizzare per l'equilibrio acido-base deve rispettare precise norme.

  • Bisogna evitare stasi poiché potrebbe provocare emolisi, quindi, alterare i risultati dell’esame.
  • Bisogna evitare scambi di gas con l’esterno per alterare i valori delle pressioni parziali dei gas da analizzare: per tale motivo si impiegano sistemi “chiusi” di prelievo sottovuoto.
  • Bisogna prevenire gli effetti del metabolismo del globulo rosso (produzione di lattato) che si verificano se il campione non è analizzato immediatamente; si utilizzano provette contenenti eparina che inibisce la glicolisi oltre ad evitare la coagulazione del sangue.
  • Bisogna evitare bolle d’aria nella siringa: una bolla d’aria pari al 10% del volume di sangue provoca una riduzione della PO2 pari al 15% specie se la siringa viene agitata.

Vasi arteriosi utilizzati per i prelievi

  • Arteria radiale: è la sede di elezione più frequentemente utilizzata poiché facilmente accessibile a livello del polso, nel tratto in cui l’arteria diviene superficiale, grazie al piano osseo sottostante, inoltre, è relativamente fissa;
  • Arteria brachiale (omerale): a causa della scarsità del circolo collaterale espone a seri problemi ischemici a carico dell’arto superiore, in caso di eventi trombotici;
  • Arteria femorale: rappresenta una scelta fondamentale nelle persone in scadenti condizioni emodinamiche nelle quali sono difficilmente apprezzabili gli altri polsi; ha come svantaggio quello di rappresentare un rischio maggiore di infezione e sanguinamento.

Benché in passato l’emogasanalisi fosse una procedura di competenza esclusiva del medico, oggi l’infermiere, adeguatamente formato, può effettuare in autonomia l’indagine, poiché conosce i rischi, le complicanze e gli effetti legati ad essa, e viene addestrato all’esecuzione della tecnica.

Prima di effettuare un prelievo per emogasanalisi dall’arteria radiale alcuni studi raccomandano di effettuare il test di Allen per valutare che l’arteria ulnare garantisca un flusso di sangue sufficiente ad irrora la mano e le dita nel caso provochi un danno all’arteria radiale durante un prelievo.

Discrezionalità dell’infermiere

L’infermiere, che con l’abrogazione del mansionario non è più esclusivamente un mero esecutore di mansioni, deve essere conoscere i principali valori di riferimento per interpretare un’EGA in modo da poter segnalare tempestivamente condizioni patologiche:

  pO2 pH pCO2 pO2/FiO2 HCO3-
Valori normali

80-85 mmHg
(pressione parziale di ossigeno disciolto nel sangue)

7,35–7,45
(concentrazione di acidi nel sangue)
35-45 mmHg
(pressione parziale di anidride carbonica disciolta nel sangue)
>400
(rapporto tra pressione parziale di ossigeno disciolto nel sangue e frazione inspirata di ossigeno);
se <200, si tratta di insufficienza respiratoria grave
24-26 mEq/l
(sistema tampone bicarbonato)

Acidosi respiratoria 

ipoventilazione (ad esempio in edema polmonare, BPCO, trauma cranico, ictus cerebrale, PNX, ARDS, ab ingestis, ecc.) 

Squilibrio primitivo respiratorio --> compenso metabolico Aumento
Diminuzione Aumento Aumento
Alcalosi respiratoria
iperventilazione (ad esempio in embolia polmonare, stati ansiosi, insufficienza cardiaca, polmonite, ecc.)
Aumento Diminuzione Diminuzione
Squilibrio primitivo respiratorio --> compenso metabolico Diminuzione
Acidosi metabolica
ad esempio in IRA, chetoacidosi diabetica o alcolica, sepsi, stati diarroici, traumi, ecc.
Diminuzione Diminuzione Diminuzione
Squilibrio primitivo metabolico -- Diminuzione  -->compenso respiratorio
Alcalosi metabolica
ad esempio in casi di abbondante vomito o abbondante uso di diuretici, ecc.
Aumento Aumento Aumento
Squilibrio primitivo metabolico -- Aumento -->compenso respiratorio
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