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Ospedali di comunità, il ministero mortifica gli infermieri

di Redazione

Ospedale di comunità. Le strutture tanto attese da infermieri e pazienti saranno presto realtà in molte regioni italiane, ma il ministero della Salute a guidarli ci ha messo un medico.

L’amarezza dell’Opi Pescara: Antica concezione dell’infermiere

Irene Rosini, presidente Opi Pescara

Da tempo gli infermieri attendevano il via libera per i cosiddetti ospedali di comunità, presidi sanitari di assistenza primaria a degenza breve. Ma di certo non si aspettavano che il ministero della Salute mettesse a dirigere le nuove strutture un medico designato dalle singole direzioni aziendali.

Esprime stupore l’ordine delle professioni infermieristiche di Pescara. Il documento del ministero – dice la presidente dell’Opi Pescara Irene Rosini - nega la competenza gestionale infermieristica affermata inequivocabilmente da diverse leggi dello Stato (L. 42/1999 - L.251/2000 - L. 43/2006, ndr).

Secondo la presidente, che si è affidata anche al parere del consulente legale dell’Opi Giannantonio Barbieri, le violazioni sono due: la prima è l’indicazione di un responsabile medico designato dalla direzione aziendale per una responsabilità che il Dm 70 attribuisce al distretto, la seconda è la dichiarata negazione per gli infermieri con qualifica di dirigente di poter accedere a questa funzione.

Ma non solo. L’Opi Pescara critica anche le indicazioni per la dotazione organica dei nuovi ospedali di comunità che viene definito minimale e aprioristica. L’ospedale di comunità – scrive infatti Rosini in una lettera indirizzata alla Fnopi di cui auspica l’intervento - dovrà garantire l’assistenza infermieristica a pazienti cronici, probabilmente parzialmente autosufficienti, affetti da più comorbilità, possibili portatori di specifici device (Sng, Cvc, Peg, Tracheostomie ecc…), che richiedono un’assistenza infermieristica impegnativa, peculiare e competente. Il numero di infermieri indicato è decisamente sottodimensionato. Di notte, addirittura sarebbero presenti un solo infermiere e un oss.  È inevitabile il verificarsi sistematico di situazioni in cui l’infermiere dovrà effettuare attività attribuite all’oss e viceversa.

Situazione tra l’altro già presente in molte unità operative, ospedaliere, private e convenzionate del territorio nazionale, che dovrebbero essere sanate al più presto.

Per concludere, secondo la presidente dell’Opi Pescara nel documento si tratteggia una figura antica di infermiere e si evidenzia il mantenimento di una altrettanto antica concezione ausiliaria dell’assistenza infermieristica. È grave che con il tratto di una penna impugnata da funzionari ministeriali, si neghi l’assunzione della responsabilità gestionale diretta della struttura ospedale di comunità (che di fatto è il corrispettivo di una Nursing home) a un infermiere con qualifica dirigenziale ed esperienza gestionale. Di qui la richiesta di un intervento della Fnopi e di un confronto tra i presidenti degli ordini infermieristici per attivarsi affinché il ministero della Salute e le Regioni modifichino il provvedimento.  

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