La donazione del sangue cordonale è totalmente volontaria, anonima e gratuita previa compilazione di un questionario anamnestico con esito positivo e consensi per la privacy. L’adesione può essere ritirata in ogni momento. Si tratta di una procedura che non comporta rischi, né per la mamma né per il neonato: la raccolta del sangue cordonale viene effettuata attraverso il prelievo da un vaso del cordone già clampato (di solito dopo un minuto dalla nascita) da parte di personale ostetrico addestrato e qualificato. Incrementando e condividendo le unità di sangue aumentano le probabilità di avere cellule staminali idonee al trapianto.
Come avviene la raccolta per donazione del sangue cordonale
Nel sangue che rimane all’interno del cordone ombelicale (sangue cordonale - SCO) sono presenti cellule staminali emopoietiche che hanno la potenzialità di dare origine a svariati tipi di cellule (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) e una grande capacità di replicarsi. Questo sangue, dopo il midollo osseo e il sangue periferico, è la terza fonte per recuperare cellule staminali in grado di curare patologie del sangue (leucemie, linfomi, talassemie), del sistema immunitario (immunodeficienze) e l’aplasia midollare.
Non ci sono invece evidenze scientifiche di provata efficacia per la cura del diabete, del morbo di Alzheimer e della sclerosi laterale amiotrofica. Presenta anche un minor rischio di rigetto e viene utilizzato per curare bambini e adulti di basso peso, poiché la quantità di cellule presenti in un prelievo è spesso insufficiente per un trapianto in persone che superano i 50 chilogrammi di peso.
La raccolta del sangue cordonale viene effettuata da personale ostetrico addestrato e qualificato - in gravidanze dopo la 37° settimana di gestazione, in parti spontanei a termine non complicati, in tagli cesari elettivi - attraverso il prelievo da un vaso del cordone già clampato (di solito dopo un minuto dalla nascita).
La procedura non comporta rischi né per la mamma né per il neonato; il sangue viene raccolto in un’apposita sacca sterile e trasferito presso la Banca SCO di riferimento, dove viene sottoposto ad una serie di esami per stabilirne l’idoneità alla conservazione e all’uso terapeutico.
I dati relativi all’unità SCO idonee sono inseriti in un Registro Internazionale di Donatori di cellule staminali, nel quale sono identificabili solo attraverso un codice. Nel caso di compatibilità con un paziente la sacca viene inviata ed utilizzata per il trapianto di cellule staminali emopoietiche.
Al momento del parto e a distanza di 6-12 mesi verranno effettuati alla mamma dei prelievi per test infettivologici obbligatori per legge, al fine di confermare l’idoneità del sangue prelevato e contemporaneamente sarà eseguita al bambino una visita pediatrica per escludere la presenza di patologie ereditarie.
In alcuni casi selezionati può essere effettuato il prelievo di SCO per trapianto allogenico familiare (SCO dedicata) per curare un consanguineo del neonato (ad esempio un fratello o una sorella).
Conservazione sangue cordonale per uso autologo
Un’ultima forma di conservazione è per uso autologo, cioè destinata ad un eventuale uso a favore del bambino stesso che lo ha donato, ma è vietata in Italia poiché né in base alle conoscenze scientifiche né in base alla pratica clinica ne è stata dimostrata la sua reale utilità; anzi, per ottenere migliori risultati nella cura di malattie del sangue (come la leucemia) è preferibile usare cellule provenienti da una persona diversa dal malato, poiché le proprie cellule potrebbero essere potenzialmente compromesse non potendo rappresentare una cura.
Un documento del Consiglio d'Europa del 2004 ritiene che "deve essere messa in discussione la legittimità delle banche commerciali in quanto vendono un servizio che al momento non può essere concretamente utilizzato per possibilità terapeutiche".
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