L’herpes genitale è un virus che può essere comunemente contratto anche dalle donne in gravidanza, le quali sono a rischio di trasmetterlo al feto per contatto al momento del parto. L’incidenza di tale infezione è di 5-80 casi per 100.000 nati vivi. In molti casi comunque si tratta di vecchie infezioni da herpes già precedenti alla gravidanza stessa, per questo motivo la storia personale della paziente dovrebbe essere studiata già all’inizio del primo trimestre di gestazione. Inoltre, le donne che nella loro vita hanno presentato ricorrenti recidive all’herpes dovrebbero essere ben informate sul rischio di trasmissione dello stesso al momento del parto. Rarissima è l’infezione per via transplacentare.
Eziologia dell'herpes genitale
L’Herpes genitale è un’infezione dovuta all’Herpes simplex virus (HSV), di cui esistono due tipi: il tipo 1 (HSV-1) e di tipo 2 (HSV-2).
Se nel corso della vita una donna contrae questo virus può rimanere latente all’interno dell’organismo per tutta la vita e in caso di indebolimento delle difese immunitarie può andare incontro a riattivazione (come stress psico-fisico, traumi tissutali locali, radiazioni UV, febbre, mestruazioni, immunosoppressione, ecc).
L’HSV-2 causa principalmente l’herpes genitale che rappresenta la più diffusa patologia ulcerativa a trasmissione sessuale nel mondo ed è considerato un problema di salute globale.
Rischio di trasmissione dell’herpes virus
Il rischio di infezione del feto cambia in base all’età gestazionale in cui la gravida ha contratto il virus. È alto (30%-50%) in caso di infezione primaria presso il termine di gravidanza, mentre lo stesso diventa notevolmente più basso (<1%) se l’infezione primaria è stata contratta nella prima metà della gravidanza o in caso di episodi ricorrenti anche se a fine gravidanza.
Dal momento che è presente un’alta possibilità di infezioni asintomatiche, il primo episodio clinico può non coincidere con la prima infezione perciò la distinzione tra infezione primaria o ricorrente può essere difficile.
In caso di un primo episodio clinico di herpes genitale nel terzo trimestre di gravidanza è consigliabile eseguire un test immunologico (dosaggio IgG anti HSV 1 e 2), poiché il tipo di infezione influenza la probabilità di trasmissione e la modalità del parto.
Conseguenze fetali
Le conseguenze neonatali post esposizione da herpes possono essere gravi. Nella maggior parte dei casi il neonato infatti presenta sintomi a livello della pelle, occhi o bocca.
Lo stesso, inoltre, può causare deficit neurologici nel 30% dei casi, portando con sé un tasso di mortalità del 50% nei non trattati.
Herpes genitale, come prevenire il rischio di infezione neonatale
Durante il parto le donne con recidive frequenti da herpes genitale dovrebbero essere sottoposte a taglio cesareo nel momento in cui presentano dei sintomi e soprattutto se sono presenti lesioni vescicolari a livello vulvare, il contatto diretto con tali lesioni cliniche, infatti, è la maggior modalità di trasmissione neonatale.
Per questo motivo le linee guida internazionali suggeriscono che il TC programmato, non prima delle 39+0 settimane, è raccomandato nelle donne con infezione primaria che presentano lesioni nel terzo trimestre o al momento del parto in quanto l’intervento riduce il rischio di infezione neonatale.
Mentre le donne con ricorrenza del virus HSV in prossimità del parto devono essere informate che vi sono incertezze circa l’efficacia del TC programmato nel ridurre il rischio di infezione neonatale.
Pertanto, il TC non deve essere proposto di routine. Sarebbe dunque opportuno già alla 36 settimana proporre una profilassi a base di aciclovir (o valaciclovir, ma ancora sono pochi gli studi a favore dell’uso di questo farmaco) per ridurre il rischio di lesioni cliniche e, di conseguenza, la necessità di un taglio cesareo.
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