L’organismo della donna durante la gravidanza si prepara al parto e all’allattamento ed è influenzato dagli ormoni gravidici, dalla crescita fetale e dall’adattamento fisiologico materno che comporteranno una serie di modificazioni le quali per la maggior parte ritorneranno alla normalità dopo il parto.
Modificazioni fisiologiche dell'apparato muscoloscheletrico in gravidanza
La crescita dell’utero gravidico modifica il centro di gravità della donna, causa il cambio di postura e, per compensare l’aumento del peso dell’utero che si crea anteriormente, accentua la lordosi del tratto lombo-sacrale, che di frequente provoca dolori lombari e la curvatura cervico-dorsale.
Le articolazioni pelviche, soprattutto nell’ultimo trimestre, subiscono il rilassamento graduale del tessuto connettivo dei legamenti e dei loro muscoli per rendere il bacino elastico in previsione del parto. In alcuni casi uno spropositato rilassamento può determinare la diastasi della sinfisi pubica e presentarsi con dolori lombo-pelvici e difficoltà nella deambulazione.
I muscoli addominali, sulla spinta del peso dell’utero, vanno incontro allo stiramento e in alcuni casi alla separazione dei muscoli retti causando la diastasi dei muscoli retti. Durante il puerperio tali muscoli ripristinano il loro tono riunendosi, ma se la separazione è importante potrebbero non riaccostarsi e in una futura gravidanza non sostenere correttamente il peso dell’utero causando l’addome pendulo.
Modificazioni fisiologiche dell'apparato endocrino in gravidanza
Il sistema endocrino è fortemente condizionato dalla gravidanza e dalla lattazione al fine di favorire l’apporto di ossigeno al feto e preparare la gravida al parto. Gli organi endocrini che subiscono le modificazioni più rilevanti sono: la tiroide, il surrene, l’ipofisi e la paratiroide. A questi va aggiunta la placenta, che inizia un’importante attività ormonale per favorire la gravidanza.
La tiroide in gravidanza aumenta di volume per la maggior vascolarizzazione e l’iperplasia del tessuto ghiandolare, ma non modifica la sua funzione. Aumenta l’affinità della tiroxina, influenzata dagli alti livelli ematici degli estrogeni gravidici, di legarsi allo iodio. Aumenta il metabolismo basale del 20-25%, conseguenza della maggior richiesta e consumo di ossigeno da parte del feto, dell’utero gravidico e della placenta.
Già poche settimane dopo il parto la tiroide ritorna nei limiti della normalità. In gravidanza la condizione di ipertiroidismo non crea gravi problemi, anzi in alcuni casi migliora la sintomatologia; al contrario l’ipotiroidismo non trattato può essere causa di aborto.
Il surrene non aumenta di volume ma, in risposta agli estrogeni, incrementa progressivamente la secrezione di cortisolo che regola il metabolismo dei carboidrati e delle proteine. L’aumentata escrezione di sodio associata ai maggiori livelli di progesterone stimolano le ghiandole surrenali a secernere maggiori livelli di aldosterone già dalla 12ª fino alla 28ª settimana di gravidanza dopo la quale rimarrà stabile. I diversi ormoni secreti da tali ghiandole sono anche la causa delle strie cutanee e degli edemi. I livelli di cortisolo ritornano normali dopo 4-6 settimane dal parto.
Contestualmente al notevole aumento dei livelli di estrogeni gravidici, l’ipofisi va incontro ad un processo di ipertrofia e di iperplasia. Gli ormoni ipofisiari sono indispensabili per il buon funzionamento del ciclo mestruale(LINK), del concepimento, stimolando la crescita dell’uovo (FSH) e dell’ovulazione (LH) e prolungano la fase luteica del corpo luteo ovarico, che sostiene l’endometrio in caso di gravidanza. Inoltre, l’ipofisi posteriore secerna la vasopressina, che causa la vasocostrizione, l’aumento della pressione sanguigna e regola il bilancio idrico e l’ossitocina, che favorisce la contrattilità uterina e stimola la secrezione del latte.
A termine gravidanza incrementa la richiesta di calcio da parte del feto e per rispondere a questa necessità la paratiroide aumenta la produzione di ormoni che permettono di assorbire maggiori quantità di calcio dalla dieta e dalla mobilizzazione del materiale dai suoi stessi depositi ossei. Un eccessivo assorbimento osseo viene evitato da alte concentrazioni sieriche di calcitonina. Un’altra fonte di calcio per la gravida è l’esposizione alla luce.
La placenta, sin dalla fase del trofoblasto partecipa attivamente alla secrezione di ormoni, come:
- Gonadotropina Corionica umana (hCG) che stimola, fin quando la placenta non diventa autonoma, il corpo luteo alla produzione di progesterone ed estrogeni indispensabili per sostenere la gravidanza
- Lattogeno Placentare umano (hPL), è un antagonista dell’insulina col duplice scopo di aumentare la quantità circolante di acidi grassi per soddisfare i bisogni metabolici materni e rallentare il metabolismo materno del glucosio per favorire la crescita fetale
- Progesterone, che sostiene l’endometrio nel primo trimestre di gravidanza e inibisce la contrattilità spontanea dell’utero; per questo motivo previene nel primo trimestre di gravidanza l’aborto spontaneo. Inoltre, prepara le ghiandole mammarie all’allattamento
Durante la gravidanza avviene un aumento dei livelli ematici di insulina, da parte delle isole pancreatiche di Langerhans, e di prostaglandine (PGe), secrete da vari tessuti, responsabili della ridotta resistenza vascolare della placenta e della complessa biochimica che dà inizio al travaglio.
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