Parliamo con Susanna, Operatore Socio Sanitario in un centro diurno per infanti con sindromi e patologie psichiatriche.
L’apporto tecnico e il supporto esperienziale degli Operatori Socio Sanitari nel campo dell’assistenza a pazienti pediatrici con sindromi e patologie psichiatriche possono trasformarsi in un valido aiuto per gli Infermieri, soprattutto nell’ambito della cura e dell’apporto assistenziale a bambini con gravi anomalie fisiche e psichiche.
Per essere un valido personale di supporto gli Operatori Socio Sanitari di nuova generazione cercano di formarsi e di specializzarsi sempre più in settori specifici dell’assistenza. Oggi raccontiamo l’esperienza di Susanna in un noto centro diurno per il recupero dei deficit residuali di bambini affetti da gravi disfunzioni di natura psico-fisica.
La nostra interlocutrice ha 28 anni e si è diplomata Oss in una scuola regionale in Campania. Dopo 1000 ore di corso, tra teoria e tirocinio, non ha mai smesso di formarsi. Susanna pensa che l’assistenza sia una cosa seria e che fare da supporto agli Infermieri significa anche assumersi appieno le proprie responsabilità. Ecco perché ha deciso in autonomia di lasciare la Campania a 23 anni e di recarsi prima in Toscana e poi in Emilia Romagna per lavorare, ma anche per continuare a studiare.
Così un bel giorno è successo quello che sperava accadesse da tempo: la firma di un contratto a tempo indeterminato in una struttura privata emiliano-romagnola, che qui per tutelare i minori omettiamo di citare.
Oggi la protagonista della nostra storia lavora con bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni quasi tutti affetti da sindrome autistica. Pazienti difficili da trattare e che richiedono una calma non indifferente: “ occorre continuamente mettersi in gioco, aspettare – ci spiega Susanna - sono per me come dei fratelli minori che si aprono quando vogliono e se vogliono decidono quando meno te l’aspetti di farti entrare nel loro mondo ”.
Com’è il rapporto tra Infermieri ed Oss nella struttura dove lavori?
Direi che è ottimo. Ovviamente io posso parlare solo dal mio punto di vista, ma non denoto divergenze tra le due figure. Noi Oss nel centro diurno non andiamo mai oltre le nostre competenze e non ci mettiamo mai in competizione con i colleghi Infermieri. Ognuno di noi fa il suo, come è giusto che sia. In più siamo un valido supporto per loro, anche perché siamo noi a passare la maggior parte del tempo con i pazienti. La parte infermieristica del centro si occupa di terapia e collabora con le altre figure professionali presenti nella struttura, tra cui i medici, gli psicologici, gli assistenti olistici, i fisioterapisti ed altri.
Come mai hai scelto di diventare Oss?
Io vivevo in Campania, a Torre del Greco, una regione e una città in cui non è facile vivere. Laggiù si sopravvive. Non avevo lavoro, non avevo soldi, ma da sempre avevo intenzione di dare un significato e un prosieguo alla mia maturità scientifica. Per caso ho visto la pubblicità su dei manifesti di un corso regionale per Operatori Socio Sanitari. Mi sono iscritta, ho fatto una piccola selezione e ho iniziato il percorso. Durante il periodo delle lezioni e dei tirocini lavoravo anche in un bar. E’ stata dura, ma alla fine ce l’ho fatta. Dopo qualche mese l’esame finale ho iniziato a mandare curricula in giro e mi hanno assunta per qualche mese in una struttura a Prato. Successivamente ho lavorato per un breve periodo come badante in una casa di possidenti a Bologna e infine sono capitata in Romagna, dove mi hanno proposto prima un contratto di sei mesi e infine l’indeterminato, che mi sono guadagnata con i denti. Oggi sono sposata con un Infermiere che lavora nella mia struttura ed ho uno splendido bambino. Ma non smetto mai di informarmi e di formarmi sulle patologie e sull’assistenza a pazienti come quelli che gestisco tutti i giorni.
Ti senti predisposta per questo genere di lavoro?
Mi dicono sempre che sono nata con una predisposizione ai rapporti interpersonali. I miei genitori mi hanno sempre detto che bisognava guardare alle persone, che sono tutte dotate di dignità umana prima di essere altro. Fare l’Oss non ti dà le stesse responsabilità degli Infermieri, ma sono consapevole che ho delle persone davanti a me, dei pazienti che hanno serie difficoltà e che hanno bisogno anche di me, della mia competenza, del mio affetto, del mio supporto.
È difficile lavorare con pazienti affetti da autismo?
Nulla è facile e scontato in questa vita. Non è facile lavorare con questi ragazzi e queste ragazze. Davanti a noi abbiamo delle persone che spesso o quasi sempre sono chiuse in un mondo parallelo al nostro. Decidono loro quando accoglierti. A volte ti offrono una carezza, un sorriso, una parola, altre volte non danno alcun segno. In tutte le occasioni mi riempiono di gioia e spero che valga la stessa cosa per loro. Io ce la metto tutta.
Qual è la vostra giornata-tipo di lavoro
I turni sono di 7 ore circa. Non facciamo le notti, anche perché la struttura prevede solo un’apertura mattutina e pomeridiana. Giunti nel centro diurno vi è un breve briefing prima tra noi Operatori Socio Sanitari e poi con gli Infermieri. Ci passiamo in pratica le consegna e stabiliamo come e con chi lavorare durante il turno. Nella struttura vi sono un Infermiere e 6 Oss per turno. Noi ci occupiamo dell’igiene, dei pasti e del vestiario dei pazienti; di mattina ci occupiamo anche della parte ludico-ricreativa. Purtroppo molti dei pazienti sono anche autolesionisti e dobbiamo stare attenti che non si facciano male. La nostra attenzione è massima.
Com’è il rapporto con la famiglia dei tuoi pazienti?
Direi ottimo, le famiglie sono parte integrante e vitale del Centro diurno. Senza di loro non sarebbe possibile fare tutto ciò che realizziamo ogni giorno. Si sono costituiti in associazione e promuovono ogni giorno attività extra per questi bambini e per questi ragazzi. Non mancano momenti dedicati all’arte, al teatro, alla ricreazione e allo spettacolo ludico.
La struttura dove lavori tiene conto delle competenze acquisite dagli Oss in questo specifico settore?
Siamo sempre l’ultima ruota del carro, dopo di noi ci sono solo i facchini e le signore delle pulizie. Ma devo dire che dal punto di vista economico e del riconoscimento delle competenze acquisite non ci possiamo e dobbiamo lamentare. Ci pagano bene e garantiscono ogni diritto sancito nei contratti di lavoro. Qualche volta ci chiedono degli straordinari, spesso non pagati, ma anche questo fa parte del gioco. Se sul lavoro ti trovi bene le ore passano in fretta e se l’azienda o gli infermieri o i coordinatori della struttura hanno dei problemi legati all’assenza di personale è giusto mettersi a disposizione. Certo alcuni colleghi ne approfittano e si mettono spesso in malattia non per giusti motivi o nei momenti sbagliati. In questo caso andrebbero fatte le giuste verifiche, ma non si può pretendere tutto. Comunque il mio giudizio complessivo sull’azienda è ottimo.
Grazie Susanna, sei stata gentilissima, ci hai raccontato in poche parole il tuo lavoro, un mondo che per molti è ancora sconosciuto. Continua a seguirci!
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