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Operatori Socio Sanitari

Migep lancia l’appello: salviamo il ruolo dell’Oss

di Redazione Roma

Con una lettera aperta, la federazione Migep veicola la propria apprensione sul futuro della figura dell’operatore socio sanitario, ritenendo che si stia creando tanta, troppa confusione. Gli Oss costituiscono una colonna del Servizio sanitario nazionale ma in Italia, pur avendo necessità, non vengono tutelati.

Migep annuncia campagna di sensibilizzazione per la salvaguardia dell'Oss

Gli Oss costituiscono una colonna del Servizio sanitario nazionale ma in Italia, pur avendo necessità, non vengono tutelati, afferma il Migep in una lettera aperta.

Il coordinatore Angelo Minghetti megafono delle perplessità manifestate più volte dal Migep, la Federazione nazionale delle professioni sanitarie e sociosanitarie. E ne ha per tutti, considerando il “tutto”, a suo dire, contraddittorio.

Per fare un po’ d’ordine è bene riprendere l’incipit della missiva scritta dal Migep. Che inizia, appunto, così: La Fnopi decida se creare l’assistente per la salute o dare spazio a figure ibride come vogliono in Lombardia e Veneto.

Alla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche lo stesso Migep e il sindacato SHC Oss avevano già scritto, a metà settembre, ritenendo valida (e funzionale) l’idea di creare una nuova figura, proprio quella dell’assistente per la salute, che potrebbe risolvere – anche solo in parte – il problema della carenza di infermieri. Ricercati oramai anche all’estero.

Prosegue ancora il Migep: La Regione Lombardia non si ferma sul Super Oss, ha convocato in videoconferenza oltre 200 partecipanti tra aziende sanitarie, Rsa, associazioni, enti formativi ed altri sodalizi. Partiranno i primi corsi Fad per gli infermieri di 30 ore che dovranno seguire la formazione del Super Oss. Una sperimentazione che durerà sei mesi per istituire il super Oss, per poi proporlo, se funziona, a livello nazionale.

Ecco, Minghetti ritiene ciò contraddittorio e spiega il punto di vista del Migep: La Fnopi, che proclama l’istituzione di una nuova figura a livello nazionale, che non è il Super Oss; gli Opi della Lombardia invece appoggiano questo procedimento della Regione. Ci pare che ci sia uno scollamento all’interno del loro ordine. E su questa divergenza politica, che si rileva tra Opi e Fnopi, la Regione Lombardia va spedita verso il super Oss.

La Federazione nazionale delle professioni sanitarie e sociosanitarie ritiene che, così facendo, la regione governata da Attilio Fontana istituisce in modo forte le esigenze delle strutture private che mirano a dare delle competenze in più all’operatore socio sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria. Ormai la Regione è indirizzata su questa linea, le strutture e i gestori andranno a creare nuovi protocolli sulle nuove responsabilità che il Super Oss andrà a esercitare. Le strutture in questo modo andranno a potenziare al massimo l’utilizzo del Super Oss per ingerirlo di responsabilità; l’obiettivo secondo la regione è mettere in sicurezza l’utente anziano ma anche l’utente disabile.

E qui, secondo il Migep, subentra più di un dubbio, poiché – prosegue – gli enti accreditati e gli enti gestori hanno 20 giorni di tempo per mettere in atto le modalità dei corsi. Molti professionisti Oss che saranno coinvolti non si renderanno conto delle numerose problematiche in cui saranno coinvolti andando a perdere la qualità metodologica, verrà a mancare l’etica, l’integrità e il valore professionale.

Insomma, puntualizza Minghetti, qui non si parla di rilanciare la professione dell’Oss, poiché quest’ultimo è indebolito da norme e da un sistema ormai obsoleto che neanche durante la pandemia ha trovato soluzioni adeguate, ma solamente di sfruttamento e di manovalanza. Soprattutto, un Oss non è sostituibile nel campo dell’assistenza alla persona e ogni iniziativa settoriale a livello regionale presa per emergenza avrà impatto negativo sull’economia e sulla sicurezza.

Giornalista

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