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editoriale

Tra Leopolda e Piazza San Giovanni: che fine ha fatto la parola INFERMIERE?

di Angelo

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ROMA. Gli Infermieri Italiani e gli operatori della sanità, ma soprattutto gli utenti del Sistema Sanitario Nazionale dimenticati dalla diade Partito Democratico - Cgil. Nemmeno una parola è stata spesa nel corso della guerra in atto tra i seguaci dell’attuale premier Matteo Renzi e i “trombati” del suo stesso partito che oggi osannano la Susanna Camusso, “capa" di un sindacato, la Cgil, sempre più restia ad innovare e ad aprirsi ai nuovi regimi e alle nuove regole del mercato.

A Firenze (la Leopolda), come a Roma (in Piazza San Giovanni), si è parlato e si parlerà ancora di aria fritta, mentre il SSN sta crollando a pezzi e i precari e i disoccupati aumentano a dismisura giorno dopo giorno. Basti pensare che ad oggi sono circa 40.000 gli Infermieri Italiani disoccupati o precari e che per loro non si profila nulla di buono per gli anni a venire.

 

Nè Renzi, né Camusso hanno speso mezza parola a favore dei colleghi più sfortunati, continuando a darsela di santa ragione al solo fine di conservare il potere e lo status quo. Da una parte Renzi che vorrebbe levare le garanzie a tanti lavoratori che oggi (diciamola tutta) approfittano di privilegi non più condivisibili, dall’altra Camusso e la minoranza del Partito Democratico che spingono per difendere gli abusi di pochi.

 

Comunque non è di politica che vogliamo parlare, quanto lanciare un appello al mondo infermieristico perché non si divida e non si faccia dividere da posizioni e da eventi che porteranno di fatto ad ulteriore confusione. Ci riferiamo allo sciopero del comparto infermieristico organizzato dal sindacato Nursind per il 3 novembre 2014.

 

A nostro avviso non servono iniziative isolate volte sono ad osannare questo o quel rappresentante sindacale. Come è inutile lo sciopero della sola Cgil, sarebbe utile nel nostro caso lo sciopero generale del comparto sanitario, che comprenda medici, infermieri, tecnici e operatori vari sia del campo pubblico che del settore privato.

 

Per fare ciò, è ovvio, occorre l’unità di tutte le forze sindacali e non la sfilata solatia di pochi rappresentanti di se stessi. Vedremo cosa accadrà il 3 novembre, ma siamo convinti che si poteva e si doveva fare di più.

 

E’ un caso, per concludere, che questa manifestazione venga indetta in concomitanza con l’apertura delle elezioni per il rinnovo delle cariche nelle assemblee nei principali Collegi Ipasvi dello Stivale? A voi lettori la risposta.

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