Stai tradendo il tuo essere infermiera
, Una come te brava sul paziente, non capisco perché debba andare dietro a una scrivania
, Ricorda che io per far carriera ci ho messo vent'anni e invece tu...
. Ecco cosa ci si sente dire se per caso decidi di fare una selezione di coordinamento infermieristico e se per caso lo vinci anche.
Sono un’infermiera coordinatrice e allora?
Poi se ovviamente sei una giovane donna non puoi mica sfuggire ad altre insinuazioni. Si perché se nel resto del mondo civilizzato avere trent'anni significa avere una marcia in più e quasi quasi già sei vecchio per far carriera, in Italia no. In Italia, avere trent'anni equivale solo ad avere il metabolismo più lento e a fare i conti con la fatidica domanda della mamma: Figlia mia, ma quando ti sposi? Stai diventando vecchia
.
Il passo è breve tu nomini la parola Sitra/Ditra/Direzione delle professioni sanitarie o anche solo coordinamento
e tac sei fuori dal giro. Sei passato dalla parte del nemico ora
.
E non importa quante volte spiegherai che non sei mica diventata un dirigente (magari) e che ora come prima non hai alcun potere decisionale, anzi prima almeno avevi un po' di autonomia decisionale sul paziente. O sei infermiere operante
o stop sei fuori dal giro bella
.
Perché mentre la parte accademica della professione urla e lotta per avere un percorso di carriera anche per gli infermieri, l’altra parte si vede ancora infermiere solo nelle prestazioni sul paziente.
È così che pian piano prende forma l'infermiere ibrido, che si muove goffamente in una sorta di bolla di sapone gigantesca, che non sai mai quando si romperà e soprattutto cosa accadrà poi.
Puntuali le battute dei colleghi: Ora fai la bella vita te...
, Hai tutti i fine settimana liberi
, Ora sei dietro a una scrivania, hai il tuo bel computer
.
Sarò impopolare, ma comunque non è vero che avere i weekend liberi sia così bello. Se tutti quelli che conosci sono turnisti diventa impossibile riuscire a incastrare i momenti liberi, per non parlare poi dei supermercati, le piscine, le poste, i cinema, i teatri, le spiagge.
Come era bello smontare dalla notte il lunedì mattino
E il mio contapassi si è arreso, anche a lui mancano i lunghi corridoi del Ps. E le belle cene con i colleghi? Loro raccontano dell'ultimo trauma, dell'ultima lite, di quel paziente agitato ... c’è sempre qualche scoop di reparto. E tu niente, sei lì tra loro come un piccolo fungo velenoso che cerca di farsi spazio e quando credi di poter finalmente accennare qualcosa del tuo nuovo lavoro, ti guardano, annuiscono e ripartono con i loro discorsi.
L'ultima volta a un congresso, nel compilare un modulo mi sono soffermata più di venti minuti a pensare: dovevo barrare la professione e scrivere il reparto in cui prestavo servizio. Ecco l’ammetto: ho scritto infermiere-pronto soccorso.
E poi puntuale la classica domanda: Cosa pensi del Sitra ora che ci sei dentro?
. Se rispondi troppo positivamente sembra solo un modo per comprar terreno o pensano che ti sei già venduta al potere. Se ci pensi un po', sembra che tu non sia soddisfatta o felice e qualcuno ci gode, qualcun altro se ne dispiace. Se poi in qualche modo in un attimo di nostalgia dici che ti manca il tuo reparto, è la fine.
Io non so ancora quali siano le parole giuste per spiegare il Sitra. Credo che abbia molti aspetti in comune al Pronto soccorso di un ospedale. Ogni tanto risponde bene ai bisogni, ogni tanto no, tanti lo criticano, in pochi ci vedono qualcosa di buono, tutti vorrebbero di più.
È un modo diverso di prendersi cura. Non ci sono più i pazienti, ma il fine ultimo restano loro. Per quanto sia difficile vederlo da fuori è un prendersi cura di chi cura
Ho imparato che il turno lavorativo dopo 7/12 ore passa, ma chi si occupa di personale non stacca mai. Minimo due cellulari sempre accesi, sempre reperibili, riunioni a qualsiasi ora ed email aperte anche in vacanza.
Ho conosciuto nuove figure professionali con cui prima non avevo modo di interagire (fisioterapisti, tecnici, ostetriche). Che ne sapevo io che tutti hanno più o meno gli stessi problemi degli infermieri? Anzi qualcuno ci vede come una classe fortunata. Come dire: al peggio non c'è mai fine.
E poi scopri che il mondo non gira solo intorno al proprio reparto. Insomma strano questo Sitra (Ditra, Servizio infermieristico, direzione delle professioni sanitarie), di certo è difficile capire e accontentare tutte le figure sanitarie afferenti.
Forse, ha ragione una mia collega quando dice che le gerarchie, quando presenti, sono sempre funzionali all’obiettivo finale e mai a servizio del pregiudizio e del giudizio. Così dovrebbe essere se solo non ci chiudessimo nei nostri ruoli.
Emma, coordinatore infermierisitco
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